Nonostante manchi un giorno alla data di uscita di Bloodborne, siamo riusciti a mettere le mani sul gioco più atteso degli ultimi tempi, e siamo qui a darvi le nostre prime impressioni, decisamente positive.
All’accensione il gioco ci ha catapultato nel tenebroso continente di Yharnam, nel quale, secondo il filmato introduttivo, sembra esserci un strana malattia e noi siamo dei cacciatori chiamati a porre fine a questa tremenda maledizione.
Dopo un’onesta mezz’ora abbiamo finito di creare il nostro personaggio, con un sistema decisamente migliorato: molti particolari che nei precedenti titoli della From Software erano poco visibili sono ora facilmente riconoscibili anche nel gioco oltre che nella schermata di creazione del PG.
Una volta decise tutte le caratteristiche il nostro protagonista si risveglierà all’interno di un’infermeria, senz’arma alcuna e abbandonato a sè stesso, dove potrà finalmente iniziare la sua avventura, della quale non parleremo per non rovinarvi elementi importanti ai fini del gioco.
Il sistema di combattimento si dimostra decisamente più fluido e interessante rispetto ai capitoli precedenti, presentando anche alcune modifiche all’interno di quanto i fan della From Software ricordano: in primis non vi è più il passaggio da arma a una mano ad arma a due mani, sostituito con la trasformazione vera e propria dell’arma, con la quale potremo acquisire vantaggi e svantaggi tipici del cambio di conformazione avvenuto; in secondo luogo è stata inserita la presenza delle armi da fuoco, utili principalmente per compiere delle parry: un colpo ben assestato confonderà il nostro avversario, lasciandolo scoperto a un potente colpo critico, ma attenzione, le pistole e i fucili hanno un numero limitato di munizioni!
Ultima componente importantissima negli scontri è la possibilità di recuperare velocemente i danni subiti, visti nei primi secondi come una barra gialla sopra a quella della vita: ogni attacco andato successivamente a segno su un nemico ancora in piedi(non necessariamente in vita) ci curerà leggermente, portando il giocatore a valutare se rischiare per recuperare ciò che è stato perso o arretrare e incassare il colpo per intero.
Allo stesso modo le ambientazioni viste finora sono state stupende, pure essendo limitate a solo due zone. La prima è Yharnam, città dallo stile gotico già vista in alcune demo del gioco: la differenza da quanto già visto è la maggiore luminosità in quest’area, che comunque non va a intaccare minimamente la suggestività della zona nonostante sia per certi versi meno tetra.
Il secondo luogo visitato è invece il Sogno del Cacciatore, zona franca molto simile al Nexus di Demon’s Souls, ossia una zona franca dove potenziarci e trasportarci da una parte all’altra del continente con la massima semplicità. Probabilmente ci sono altre funzionalità all’interno di questo luogo, ma avendo appena iniziato il gioco non abbiamo ancora accesso a tutte le zone dell’area.
Unico punto a totale sfavore è il fin troppo eccessivo tempo di attesa tra una morte e l’altra, dove saremo costretti a osservare la scritta Bloodborne su sfondo nero per svariati secondi, attesa tediosa che, per fortuna, non ci ha ancora fatto desistere dal giocare un titolo così ben sviluppato.
In conclusione Bloodborne è sicuramente un ottimo gioco per quanto abbiamo potuto vedere, e lo consigliamo a chiunque sia un amante del genere: nel frattempo cercheremo di finirlo il prima possibile e darvi una recensione che confermerà, o sfaterà, il giudizio positivo finora dato.