Metal Gear Solid V: The Phantom Pain – Recensione (1 di 2)

Metal Gear Solid V: The Phantom Pain

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10

Eccellente

8.4

Media utenza

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Metal Gear Solid V: The Phantom Pain – Recensione (1 di 2)

Metal Gear Solid V: The Phantom Pain – Recensione (1 di 2)

Scrivere questa recensione è per me molto difficile.

Non solo perchè Metal Gear Solid V: The Phantom Pain conclude una delle serie videoludiche con cui io e molti altri giocatori siamo cresciuti, ma anche perché ci troviamo davanti a una delle opere migliori, se non la migliore, uscite in questa nuova generazione videoludica.

Un’opera vasta, immensa, con la quale Kojima ha voluto salutare i suoi fan e la storia con cui ha dato inizio nel lontano 1992 con Metal Gear Solid, chiudendo il ciclo e mettendo la parola fine alle vicende di Big Boss.

Nonostante quindi Metal Gear Solid V: The Phantom Pain ponga fine alla serie, il gioco riesce in un obbiettivo che molti pochi altri titoli finali sono riusciti a fare: rinnovare ed evolvere il gameplay della saga: Metal Gear V infatti è, probabilmente, il miglior titolo della serie, grazie all’approccio innovativo nel gameplay che fuoriesce dagli schemi a cui i giocatori erano abituati.

Come è riuscito Kojima a rinnovarsi ancora senza abbandonare la qualità che contraddistingue ogni sua opera?

Continua nella parte 2 di 2

 

Lettore, scrittore, videogiocatore accanito...Vivo troppo nel passato videoludico per potermi godere a pieno il presente. Indie Game supporter. Poeta maledetto dalla nascita.