Cuori Valorosi
Secondo comuni pareri, il genio viene spesso riconosciuto in colui avente l’attitudine di innovare e reinterpretare creativamente concetti ritenuti oltremodo abusati.
Senza nessuna presunzione, e con assoluta audacia, il “piccolo” (ma per certi versi immenso) studio di Ubisoft Montpellier è riuscito, facendo per l’appunto ampio utilizzo di ciò che è il suo genio, a riproporre creativamente ed in chiave “cartoonesca” uno dei temi più oscuri e strazianti della storia dell’umanità: quello della Grande Guerra.
Valiant Hearts: The Great War, già pubblicato durante l’estate 2014 per entrambe le console Sony, così come per entrambe le versioni di Xbox e per PC, risplende oggi di una nuova luce, grazie alla possibilità per gli utenti PS Plus di poterlo ottenere gratuitamente per il mese di marzo.
Trama
Il titolo rende omaggio ad alcuni dei protagonisti della Grande Guerra raccontando le loro storie: uomini comuni, strappati alle proprie famiglie e alle proprie abitudini per combattere un conflitto di cui non sentono di far parte.
Subito dopo lo scoppio della guerra, tutti i tedeschi residenti in Francia (sul cui territorio avrà modo di snodarsi gran parte della vicenda) vennero cacciati dal paese, mentre tutti i cittadini francesi almeno maggiorenni furono costretti a servire la patria dalle trincee: è così che Karl, tedesco naturalizzato francese, viene allontanato da sua moglie e dal suo piccolo Victor, rimasti invece nel piccolo paesino di Saint-Mihiel per badare alla fattoria, mentre Émile, il vecchio suocero, è costretto ad imbracciare il fucile nonostante l’età avanzata.
Il crescente ritmo narrativo assunto dalla vicenda porterà le storie di questi personaggi ad intrecciarsi con quelle di Freddie ed Anna: soldato americano arruolatosi volontariamente il primo, giovane infermiera belga alla disperata ricerca del padre la seconda.
Il tutto dolcemente farcito dall’entrata in scena di Walt, un cagnolino militare che sarà di supporto ai protagonisti durante l’infuriare della guerra e nella risoluzione dei numerosi enigmi che caratterizzano l’avventura.
Gameplay
Quella offerta da Valiant Hearts viene spesso definita come un’avventura grafica in due dimensioni: descrizione che sotto certi aspetti si sposa con quella che è la vera natura del titolo.
Le meccaniche di gioco sono tra le più intuitive di sempre: ci ritroveremo infatti a rivivere i drammatici momenti che vanno dall’addestramento di Émile alla sua discesa in trincea in un ambiente del tutto bidimensionale, riccamente particolareggiato nonostante le ovvie limitazioni imposte dallo stile grafico
-preghiamo di intendere “limitazioni” nel senso oggettivo del termine, nulla da togliere alla pregevolissima grafica del titolo- e ricco di anfratti nascosti, al cui interno sarà possibile rinvenire piccoli cimeli e oggetti di guerra ispezionabili, come spille, targhette o lettere di soldati mai recapitate.
Fulcro dell’esperienza di gioco saranno però i numerosissimi “rompicapo” che dovremo risolvere al fine di raggiungere un determinato interruttore o un preciso ingranaggio che ci consentirà di proseguire. Ognuno di questi rompicapi sarà calibrato (spesso in maniera eccessivamente semplice) in base alle peculiari abilità di ciascun personaggio, come quella di farsi strada nel terreno scavando, propria di Emile, oppure quella di travestirsi e agire in incognito, propria di Karl.
Dove però le singole abilità di ogni protagonista non dovessero bastare, come nella maggior parte dei casi, sarà proprio il piccolo Walt a venirci in soccorso, aiutandoci nel recupero di oggetti altrimenti inaccessibili grazie alla sua abilità di introdursi all’interno di stretti cunicoli o di attraversare passaggi angusti.
Con il proseguire della storia, il giocatore avrà accesso ai “diari di guerra” dei vari personaggi, nei quali rimpianti ed angosce confluiscono in vortici di parole strazianti, accompagnati da una delicatissima melodia di sottofondo.. Inutile negare che solo i più duri di cuore sarebbero capaci di rimanere impassibili di fronte ad alcune di queste pagine.
Per concludere, una volta intrapresa una nuova missione saranno disponibili numerosissimi resoconti storici della battaglia che imperversa in quel determinato periodo, insieme ad informazioni relative alle condizioni di vita dei soldati, delle famiglie o semplicemente minori curiosità, volte ad arricchire culturalmente l’esperienza di gioco.
Comparto tecnico
Come già accennato in precedenza, la prima cosa che di Valiant Hearts salta all’occhio è indubbiamente il suo distintivo stile grafico, che ricorda quello di una splendida bozza creata da mani esperte, spoglia da qualsiasi ornamento superfluo ma capace di preservare la drammaticità delle scene cruciali.
Il terreno sul quale i protagonisti potranno muoversi si combina alla perfezione con il variegato sfondo, realizzato con la stessa veste grafica degli oggetti in primo piano, ma con un livello di dettaglio lievemente inferiore.
Notevole è la fluidità dell’effetto parallasse che porta i paesaggi in background a “slittare” all’indietro man mano che si prosegue con il livello in corso, elemento che aumenta notevolmente l’immersività dell’esperienza di gioco.
Merito del semplice stile grafico è anche l’intuitività dell’avventura: cosa cercare ci verrà spesso suggerito tramite simpatiche vignette contenenti, appunto, un chiaro disegno stilizzato del compito da svolgere, che sia preparare una salsiccia o trovare un calzino perduto tra i tunnel delle trincee.
Per quel che concerne la giocabilità generale del titolo, crediamo di non sbilanciarci affermando che si attesti su ottimi livelli, data la complessiva stabilità del frame-rate ed i minimali comandi a disposizione del giocatore.
Comparto sonoro
Ci soffermeremo molto brevemente su quelli che sono il suono delle esplosioni, degli spari e dell’avanzare dei primi veicoli militari motorizzati, resi tutti alla perfezione e mai troppo invadenti.
Particolare simpatia suscitano piuttosto i “dialoghi” dei vari personaggi all’interno del gioco, ridotti spesso a buffi e concisi borbottii dai quali è possibile comprendere solo qualche parola come “merci”, oppure “good”, a seconda di quale personaggio stia parlando in quel momento. Gli unici “veri” dialoghi che si ha la possibilità di ascoltare sono quelli riferiti dalla voce narrante nelle sezioni di intermezzo tra i vari livelli, affiancati da chiare illustrazioni della situazione descritta.
Discorso a parte è invece quello da affrontare sulla colona sonora di Valiant Hearts: una delle più maestose, delicate e coinvolgenti mai apparse su un videogioco.
Cominciando dal semplice menu del titolo, nessuna scelta musicale sarà lasciata al caso: leggere melodie accompagneranno i passaggi più delicati, per lasciare subito spazio a roboanti composizioni nelle scene più concitate; in alcune sessioni di gioco, persino il detonare delle granate dei mortai verrà scandito dal costante ritmo della sinfonia in sottofondo, rendendo possibile evitarle e proseguire.
Verdetto
Raccontare una guerra non è mai un compito semplice; farlo attraverso la semplicità di un videogioco lo è ancora meno.
Sulla maggior parte dei versanti, il lavoro svolto da Ubisoft Montpellier per Valiant Hearts è sbalorditivo: nessun particolare è stato dimenticato o lasciato al caso, ed ogni singola sezione di gioco presenta una maniacale attenzione per i dettagli.
Nonostante la sua monotematicità, il titolo offre, per quel che può, una discreta varietà di ambientazioni e situazioni, che però non consentono alla longevità del titolo di raggiungere le sette ore.
Valiant Hearts racconta le atrocità della guerra attraverso la friabile maschera di un’avventura videoludica, in quella che ora è una tormentata condanna, ora un monito di guardia per tutta l’umanità, avvolto dalla flebile utopia di un mondo in pace.