Con Tomodachi Life, Nintendo ha intenzione di procedere il suo percorso verso lo sviluppo di simulatori di vita – dopo il successo globale di Animal Crossing: New Leaf – creando giochi alternativi a serie già affermate in campo come The Sims. Chiamarli “simulatori di vita”, forse, suona un po’ troppo da sfigati, ebbene non è così: non ci si chiude in una seconda vita perché non se ne ha una, ma giusto per fare cose impossibili o altrimenti difficili nella vita reale. Ad esempio, abbiamo aggiunto diverse pop-star nel nostro Tomodachi.. e chissà se le vedremo mai realmente, possiamo soltanto sperarci.
Trama nelle vostre mani? Nì.
Un simulatore di vita dovrebbe intrattenere, appassionare e divertire. Tomodachi Life promette di soddisfare tutte quante le aspettative alimentate da trailer dall’essenza divertente e spensierata. I vostri amici, sotto forma di Mii (neanche a dirlo), popoleranno l’isola sulla quale voi sarete gli assoluti amministratori; essere i gestori dell’isola è un importante onore, ma comporta anche degli oneri: sarete voi a costruire, sulla base di diverse – anzi, numerosissime – variabili, delle relazioni di amicizia o di inimicizia tra gli abitanti. Potranno sbocciare degli amori e deg
li odi tra gli abitanti e sarete proprio voi – come dei burattinai che muovono dei burattini – a decidere come far evolvere le relazioni sociali sull’isola.
Almeno così risulta sulla carta. Di fatto, invece, eccezion fatta per alcune scene inaspettate che possono incoraggiare un sorrisetto, il gioco si rivela piuttosto monotono e non è in grado di appassionare. Però vorremmo chiarire una cosa: sia Tomodachi Life che Animal Crossing: New Leaf non hanno una trama determinata (anzi, nel caso di Animal Crossing non abbiamo neppure una storia), eppure Animal Crossing è riuscito ad appassionarci tanto che gli abbiamo attribuito un buon giudizio nella recensione.
Sono due giochi differenti, è vero, ma ci sono delle notevoli differenze: mentre in Tomodachi Life sarete dei burattinai limitati (perché non è possibile comunicare direttamente ai Mii cosa debbano fare), in Animal Crossing: New Leaf siamo stati personificati nel nostro Mii al fine di rendere il migliore possibile, in quanto sindaci, la città. Per ottenere soldi era necessario fare sempre le stesse cose, ma eravamo accompagnati da una discreta melodia e dalla voglia di rendere la nostra cittadina la più bella tra tutte. In Tomodachi invece si potrà semplicemente utilizzare lo stilo senza muovere minimamente l’analogico o i tasti direzionali. Sconveniente, no? Aggiungeteci anche delle melodie ripetitive e che non sono un granché, specie se consideriamo che è stata proprio Nintendo a produrle.
Giudizio finale: Animal Crossing è un bel gioco.
Non abbiamo scritto una recensione lunga, ne abbiamo preferito una diretta e senza girar troppo sulla nostra opinione. Non sarebbe stato utile dire che potrete far indossare ai vostri Mii diversi vestiti o dargli da mangiare diversi alimenti. Tomodachi Life ha promesso tanto e probabilmente Nintendo ha (e sta) investendo parecchio in questo titolo in termini di pubblicità. Si dice che la funzione più costosa del gioco sia stata la localizzazione delle voci dei Mii; sicuramente questa rappresenta la punta di diamante del gioco, ma è una punta piuttosto piccola.
La nostra valutazione percorre il verso opposto di Nintendo e si ferma ad una sufficienza: Tomodachi Life non è riuscito ad appassionarci e dopo qualche oretta se ne è già stufi. Magari tornerete a giocarci qualche minuto al giorno, ma niente di più.
Se state cercando un simulatore di vita per 3DS, insomma, la risposta è ancora una volta Animal Crossing: New Leaf.