Link alla prima parte
The Mean Green: Plastic Warfare non ha una trama e non ha una modalità in single player e questo, che a prima vista potrebbe essere quasi considerato un difetto, è il suo maggiore punto di forza.
Quando con i nostri dinosauri e i nostri pupazzetti inscenavamo una battaglia sulla nostra scrivania non avevamo bisogno di una storia definita o affini, necessitavamo semplicemente di uno scenario e di qualcosa da far fare alla nostra squadra per vincere contro i cattivi.
Plastic Warfare, nel suo piccolo, fa la stessa cosa.
Non selezioniamo una modalità di gioco, non scegliamo nessuna classe: scegliamo una mappa e in quella cerchiamo di completare un particolare obbiettivo che può andar dallo scongelare un T-Rex di plastica intrappolato in un blocco di ghiaccio all’interno del congelatore per poter sconfiggere la squadra nemica con il “mostro” più grande oppure potremo giocare all’interno di un calcio balilla dove lo scopo è quello di, banalmente, fare goal con la propria armata.
Ogni soldatino, colore a parte, è identico a tutti gli altri quindi ogni vittoria (e ogni sconfitta) è dovuta puramente alla skill del giocatore poiché, virtualmente, tutti sono messi sullo stesso piano.
Il gameplay è quello classico di un Third Person Shooter con la variante degli obbiettivi differenti all’interno di ogni mappa.
Come si diceva ogni soldatino è virtualmente identico agli altri e con lo stesso numero, e tipologia, di armi a disposizioni: fucile a pompa, cecchino, lanciafiamme, ak e bazooka.
Ognuna delle armi ha la sua peculiarità che va dalla distanza di fuoco alla potenza, dal tempo di ricarica al numero di proiettili disponibili all’interno del caricatore.
Scegliere l’arma giusta al momento giusto è compito del giocatore anche se in occasioni particolari, come lo scongelamento del dinosauro oppure per l’accensione di candeline, è necessario utilizzare questa o quell’arma per il raggiungimento dell’obbiettivo.
Quello che forse però ci ha colpito più di ogni altra cosa è il comparto tecnico che potremo definire quasi la migliore caratteristica del titolo, quella per cui vi consiglieremo di comprarlo ad occhi chiusi.
Non è niente di speciale o di troppo meraviglioso: è semplicemente ben fatta.
Ogni mappa è curata fin nel suo più piccolo, minuscolo e insignificante dettaglio rendendo ogni partita una gioia per gli occhi eppure non c’è niente di troppo elaborato, la parola d’ordine è semplicità.
Plastic Warfare non vuole essere un titolo complesso sotto nessuno aspetto, compreso quello tecnico.
Leggero, semplice, accattivante e dannatamente divertente: Plastic Warfare è esattamente quello che chiunque cerchi qualcosa di veloce dovrebbe avere nella propria libreria videoludica.