The Last Guardian Recensione di The Last Guardian (PS4)

Giochi per PlayStation 4

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L’opera del maestro Ueda ideata inizialmente su PlayStation 2, è stata poi presentata su PlayStation 3 nel lontano 2009. Dopo un lunghissimo silenzio però, è finalmente approdata su PlayStation 4.

L’immensa fatica di Ueda è ora nelle nostre mani

Cover di ICO (PS2)Cover di Shadow of the Colossus (PS2)Inutile descrivere l’incredibile gioia dei milioni di fan che aspettavano con ansia la possibilità di mettere le mani sul terzo capitolo della magica saga che ha caratterizzato ed incantato un’intera generazione, quella su Playstation 2. Un periodo meraviglioso arricchito da capolavori del calibro di ”ICO” e ”Shadow Of The Colossus”. Un’altra fetta di videogiocatori inoltre, venne a conoscenza di The Last Guardian a causa della snervante attesa da parte dei fan, essa fece di questo titolo una vera leggenda.

Molti avevano perso le speranze di vedere l’opera sugli scaffali, addirittura sostenevano che il gioco fosse fuori programma e che si trattasse solo di una mossa da parte di ”Sony Computer Entertainment” per promuovere la potenza della loro (all’epoca nuovissima) console PS3. Ebbene, ora che il gioco è entrato nelle nostre vite possiamo dedicare del tempo per parlarne.

Recensione The Last Guardian (1)

Paradosso Tecnico

L’attuale generazione di console è proiettata verso la potenza grafica e purtroppo sembra che non ci si voglia più focalizzare sulla narrazione e/o sceneggiatura delle opere proposte. Tuttavia, ci sentiamo di dire che nonostante un titolo come The Last Guardian nasca con uno sviluppo vecchio di decenni sul groppone, rimane comunque un gioco godibile anche oggi. Inoltre, per le tematiche che tratta, è estremamente attuale.

I limiti tecnici si notano, tra cali di frame rate in zone dove a schermo le animazioni e i dettagli grafici sono molto presenti, telecamere lente e non molto precise mandano un po’ in confusione il giocatore. Dopo ben nove anni di agonizzante sviluppo, ci aspettavamo un diverso approccio per quanto riguardo l’aspetto tecnico.

The Last Guardian, è un gioco che ha i suoi anni ed il comparto grafico sembra essere rimasto un po’ a quelli che erano gli standard di qualche anno fa, tuttavia riesce a donare degli scorci, delle illuminazioni e dei paesaggi di una bellezza unica. Senza contare il piumaggio ed il modello di ”Trico” (la creatura che ci accompagnerà nella nostra avventura) che vi lascerà senza fiato sopratutto negli scenari all’aperto, dove il sole si infrange sul suo mantello e ogni piuma è animata singolarmente, davvero impressionante.

Allora perché ”Paradosso Tecnico”? Beh, molto semplice, perché nonostante i suoi problemi, riesce ad essere un titolo di tutto rispetto e sicuramente più soddisfacente di quanto ci si aspettava.

Recensione The Last Guardian (2)

Narrazione ed interazione

Come abbiamo già visto nei due titoli di Ueda usciti su PlayStation 2, anche The Last Guardian presenta uno stile narrativo molto delicato. L’idea che si ha durante tutto il gameplay, è che ogni sasso, ogni specchio, ogni mattone ed ogni torre di quella fortezza abbia una vera e propria storia. L’unica cosa che davvero differisce rispetto alle precedenti opere è che in questo capitolo c’è un narratore esterno che fin dall’inizio scopriamo essere lo stesso protagonista divenuto adulto, intento a raccontare le vicende da lui vissute.

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A rendere più interattiva la narrazione, è l’intelligenza artificiale di ”Trico”. Trico ricopre un ruolo fondamentale nel corso del gioco, sembra quasi ‘‘vivo” e reale, questo grazie alle curatissime animazioni che gli sviluppatori hanno apportato all’animale, oltre ad un sistema di intelligenza artificiale a parer nostro mai visto prima.

Il protagonista nel corso della storia dovrà chiedere aiuto a Trico per superare enigmi e raggiungere posti che altrimenti sarebbero inaccessibili. Instaurerà con esso un rapporto sempre più profondo che porterà il giocatore non solo ad innamorarsi della bestia, ma ad approcciarsi in maniera sempre più significativa alla trama.

A fare da contorno ci sono dei piccoli accorgimenti che rendono questo gioco un’opera prettamente artistica: dalla vibrazione del Dualshock 4 ad ogni passo di Trico, alle carinerie che il protagonista farà all’animale per calmarlo durante i combattimenti con i nemici, sino alle ambientazioni incredibilmente funzionanti che saranno in alcuni casi parti stesse degli enigmi o soluzione. Attraverso i numerosi enigmi, dunque, sarà possibile scorgere nei protagonisti rabbia, paura, sconforto e gioia. Tutto ciò porta il giocatore ad immergersi ed ad affezionarsi ai protagonisti fino alla fine del viaggio.

Non mancano di certo i misteri in The Last Guardian, infatti la narrazione sembra rimandare tramite dei collegamenti ai suoi due predecessori e pone dei dubbi nel giocatore su quando cronologicamente la storia viene narrata rispetto agli altri due titoli.

Insomma, The Last Guardian è un viaggio che bisogna godersi in ogni particolare. È un mondo in cui i difetti vengono definiti come valore aggiuntivo al titolo, ove la poesia la fa da padrona ed il tempo sembra sussurrarci cosa i videogiochi fossero in passato, in un mix di nostalgia ed innovazione.

Recensione The Last Guardian (3)

L’acquisto

Sconsigliamo questo titolo ad un utente che si basa soprattutto sul casual gaming, in questo caso c’è il rischio che il gioco non venga apprezzato. Consigliamo però, a coloro che sono curiosi di volerlo giocare, un approccio molto lento e rilassato, in modo che possano goderselo fino alla fine.

The Last Guardian è disponibile in esclusiva su PlayStation 4 dal 7/12/2016 ed è possibile acquistarlo in tre versioni differenti:

  • Versione base: Gioco e confezione standard
  • Versione deluxe: Gioco, tema dinamico per PS4 e SteelBook da collezione
  • Collector’s Limited Edition: ArtBook, Gioco in SteelBook, stickers, Diorama di Trico, Colonna sonora scaricabile e tema dinamico per PS4

The Last Guardian - Cover edizione stardard The Last Guardian - Cover edizione deluxe The Last Guardian - Edizione Collector's

8

Buono

Cresciuto a pane e videogiochi, sin dalla tenera età divenni da subito amante e collezionista del genere videoludico, ed è una passione che porto con me ancora ora e che addirittura fa parte del mio programma di studi universitario. Sogno di diventare uno sviluppatore e dedico anima e corpo ai miei obbiettivi!!!