The Binding of Isaac: Rebirth • Recensione

Giochi per PC Giochi per PlayStation 4 PlayStation Vita • Giochi

Questo sito è online con pagine statiche, motivo per cui numerosissime funzionalità risultano disabilitate. L'esperienza di navigazione risulterà pertanto compromessa nella sua globalità. A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, elenchiamo le funzioni mancanti: registrazione al sito, newsletter, votare i giochi, lasciare una recensione, effettuare ricerche, filtrare contenuti ed accedere alla versione AMP. Grazie per esserci stati.

Nel lontano 2011 Edmund McMillen sviluppa un titolo piuttosto controverso e particolare che per via dei suoi forti toni blasfemi e per il suo essere eccessivamente crudo ha difficoltà ad approdare sul mercato delle console ottenendo un ben più che discreto successo su PC invece.

Si tratta di “The Binding of Isaac”, un titolo roguelike in cui lo scopo è riuscire ad arrivare all’ultimo piano del labirinto in cui ci si trova per riuscire, forse, a purificare la propria coscienza e a salvarsi dal male e dai cattivi ricordi.

Rinascita

Il titolo, come era stato inizialmente concepito, era sviluppato in flash e con evidenti (e forse troppi) problemi tecnici legati ad una scarsa ottimizzazione che causava forti rallentamenti nei momenti di gioco più concitati.

isaac 1A distanza di tre anni circa arriva su Steam, PS Vita e PS4 “The Binding of Isaac Rebirth”, una rinascita a nuova vita dell’intera opera scritta da Edmund McMillen.

Ma in cosa consiste questa rinascita in particolare?

Si tratta sostanzialmente di un titolo completamente nuovo che del vecchio capitolo mantiene sostanzialmente solo la storia di gioco, qualche strumento e qualche nemico.

Il lavoro fatto da Edmund in questo nuovo capitolo è evidente, una nuova veste grafica, una nuoca colonna sonora, un nuovo livello sfida, nuovi personaggi, nuovi strumenti e più modalità di gioco.

Si tratta insomma di un titolo che cerca di innovare se stesso andando a cancellare definitivamente il vecchio capitolo creando un prodotto completamente nuovo ed esente da difetti particolari.

Il sacrificio

La trama non varia.

Noi impersoniamo Isacco che si troverà a fuggire dalla propria madre che vorrà ucciderlo per sacrificarlo al suo Dio.

In un pomeriggio di tranquillità sente infatti una voce che le dice che suo figlio, Isacco appunto, è corrotto dal male e che per salvarlo è necessario allontanarlo da tutte le sue tentazioni.

Incomincia così (o forse era già in corso) un lungo periodo di infelicità per il piccolo che si ritroverà spogliato persino dei suoi stessi abiti pur di sfuggire a questo fantomatico male.

isaac 5Quando la madre però sente la solita voce che richiede il sacrifico del suo piccolo, Isacco non può far altro che scappare attraverso la cantina della sua casa per fuggire alla pazzia di quella madre che credeva tanto amica.

Il viaggio di Isaac non è però un viaggio fisico quanto più un viaggio mentale che lo porterà a crescere a sconfiggere le sue paure più profonde, quello che compiamo come videogiocatori è un viaggio all’interno della mentre corrotta del ragazzo.

Ogni elemento all’interno del gioco è riconducibile al personaggio, ogni boss, ogni strumento, ogni nemico rappresentano in qualche modo Isaac stesso che deve combattere le sue paure, il suo io più interiore per riuscire ad ottenere la salvezza.

Ogni personaggio che decideremo di utilizzare, che sia Maddalena, Azazel, Lazzaro, Giuda o altri, non sarà altro che Isaac stesso con indosso qualcosa di differente.

Interpreteremo vari momenti della vita del piccolo che possono essere ricondotti ad ogni personaggio presente all’interno del titolo.

Il mondo di “The Binding of Isaac Rebirth” non è altro che un’enorme citazione biblica in cui affrontare se stessi e rinascere a nuova vita.

isaac 4The legend of Zelda

All’interno del mondo di gioco le citazioni presenti sono tante e neanche troppo celate, vanno dalle ovvie religiose alle più nascoste riguardanti il mondo Nintendo generale, software house di cui Edmund è grande fan.

Ancora una volta però, così come per il primo capitolo, è The Legend of Zelda ad essere il prodotto più omaggiato e questa volta con ancora più impeto e passione.

Questa volta troviamo stanze costruite in maniera fedele e precisa ad immagine di alcuni “stage” della serie nipponica, incontriamo nemici che hanno le stesse sembianze (seppur con modifiche tali da permettergli di essere integrate nella storia generale) e gli stessi comportamenti di alcuni dei nemici di Link.

Chiunque abbia giocato a The Legend of Zelda almeno una volta non potrà che avere gli occhi lucidi davanti ad un omaggio tanto evidente quanto appassionato.

Lacrime

Il gameplay non ha subito moltissime variazioni ma numerosissime migliorie.

Ogni strumento presente all’interno del gioco in un modo o nell’altro sinergizza con gli altri, nel bene o nel male.

Il gameplay si costruisce sulla base degli oggetti trovati e sulla base del nostro utilizzo delle sinergie fra essi.

Ogni personaggio poi possiede qualità peculiari che lo rendono unico e differente dagli altri, quindi alcuni oggetti possono essere più o meno efficaci su questo o quel personaggio creando una combinazione pressoché infinita di modi di giocare.

isaac 2Innovare con semplicità

Creare un remake di un titolo può sembrare qualcosa di semplice frutto della mente di qualcuno che non ha più idee, o più semplicemente frutto dell’esigenza di dare ai vecchi fan nostalgici un nuovo motivo per videogiocare.

Riuscire con un remake però a creare un prodotto del tutto innovativo è un’impresa complessa ma Edmund, con la sua proverbiale semplicità, è riuscito a confezionare un prodotto che riesce ad andare oltre se stesso.

Le novità presenti all’interno di “The Binding of Isaac Rebirth” sono tante, a cominciare dalla più importante, la modalità co-op.

Si tratta semplicemente di affrontare la partita con un amico, in locale, ma in maniera del tutto intelligente.

Il nostro amico impersonerà un particolare famiglio che viene scelto randomicamente ad ogni suo respawn e che si differenzierà degli altri per caratteristiche particolari (chi è più veloce, chi ha un fire rate maggiore etc.).
Per farlo entrare in partita sarà necessario donare un proprio cuore al famiglio che utilizzerà la nostra vita per vivere e che in ogni momento potrà ridarci per aiutarci nei momenti di difficoltà.

Si tratta di una cooperativa molto strategica e che si inserisce perfettamente nei toni generali del titolo.

Si tratta di un sacrificio che permetterà a qualcun altro di venirci incontro ed aiutarci in qualche modo a salvarci e a crescere interiormente.

Ogni run si basa un un particolare “seed” che viene generato randomicamente alla creazione della partita. Quel particolare seed genererà SEMPRE quella particolare partita, con quegli strumenti, quelle stanze e quei nemici.

Sarà possibile dunque affrontare assieme ai propri amici la stessa avventura o salvarsi le run più belle ed emozionanti, oltre al fatto che alcuni seed sono particolarmente interessanti per gli effetti che ci saranno in partita.

Esistono infatti alcune parole particolari che causeranno effetti visibili sorprendenti all’intera run, sta a voi scoprirli tutti.

isaac 3Tecnicamente

Tecnicamente parlando l’evoluzione è palpabile con mano, l’ottimizzazione del gioco la si sente tutta sin dai primi istanti in cui tutto, nonostante l’ingente quantità di effetti particellari presenti, si presenta fluido e senza rallentamenti.

La grafica diventa più pixellosa rispetto al primo capitolo ma questo non è di certo un difetto o un’involuzione, anzi, il nuovo stile grafico, così pulito ed ordinato, risulta più piacevole ed adatto all’intera avventura.

La parte che più colpisce e rimane impressa però è la colonna sonora e i suoni ambientali generali che non sono mai stati così belli e sopratutto dinamici.

All’interno di stanze particolarmente grandi i suoni ambientali variano a seconda della distanza a cui ci troviamo dalla fonte con un risultato a dir poco sorprendente.

La colonna sonora invece è qualcosa di così rara bellezza che si è quasi costretti a comprare il titolo assieme alla soundtrack completa.

Tutto si adatta ai ritmi di gioco e ai vari ambienti che ci troveremo ad esplorare in un crescendo di tensione ed emozione che ci accompagnerà fino all’epilogo del nostro viaggio.

Concludendo

The Binding of Isaac Rebirth è un titolo che vale la pena di giocare e possedere semplicemente per il suo essere divertente, semplice e diretto, per godersi a pieno un mondo di gioco che sotto una veste apparentemente “semplicistica” rivela un cuore pieno di contenuti validi.
Non siamo di fronte al titolo perfetto chiaramente ma considerato tutto quello che offre e la qualità con cui lo offre ci troviamo davanti ad un titolo che sta ben al di sopra della media indie generale e, con ogni probabilità, anche sopra la media di molti dei titoli tripla A che ci sono in circolazione.

9.4

Distinto

Lettore, scrittore, videogiocatore accanito...Vivo troppo nel passato videoludico per potermi godere a pieno il presente. Indie Game supporter. Poeta maledetto dalla nascita.