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GAMEPLAY
A livello di giocabilità Rise of the Tomb Raider ha molto in comune con il suo predecessore: i comandi per l’arrampicata sono essenzialmente rimasti gli stessi, e vantano qualche aggiunta come le frecce da arrampicata e la piccozza estendibile. I comandi sono semplici ed intuitivi, anche se non mancheranno fasi di gioco in cui ci metterete qualche secondo in più a capire quale sia la mossa giusta da fare per non cadere in un burrone.
L’esperienza in tal senso è estremamente piacevole e far saltare Lara da una sporgenza all’altra è sempre eccitante, e le varie fasi di platforming ed arrampicate sono molto ben gestite in relazione al ritmo di gioco che il titolo propone.
Le armi da fuoco e le fasi di shooting in generale riprendono al 100% le meccaniche già viste nel precedente capitolo, e sparare risulta leggermente meno appagante che scalare una parete rocciosa ghiacciata; il vero colpevole di questa mediocrità del sistema di mira è un input lag molto accentuato, come dimostrano anche le analisi tecniche eseguite da Digital Foundry.
Il piccolo ritardo nella gestione degli input dona un aspetto molto cinematico (e ottimamente riuscito) nelle fasi di esplorazione e platforming, ma ben poco si sposa con le sparatorie, anch’esse molto frequenti nel gioco. Il ritardo nella gestione della mira è a tratti frustrante, ma non risulta mai totalmente fuori contesto: avremmo preferito comunque un sistema di mira più reattivo, anche se il gameplay è costruito tenendo conto di questo aspetto.
Ritorna la ricerca dei materiali e la gestione delle risorse per i potenziamenti: sarà ora possibile compiere piccole azioni istantanee ma decisive, come applicare bendaggi e costruire frecce o proiettili particolari, tutte azioni fondamentali che tengono sempre sostenuto il ritmo di gioco.
COMPARTO TECNICO
Uno degli aspetti più riusciti dell’intero pacchetto è sicuramente il comparto tecnico, un concentrato di tecnologia e meraviglia visiva che vi sorprenderà in quasi ogni sequenza di gioco.
In Rise of the Tomb Raider, Square Enix e Crystal Dynamics hanno inserito una manciata di nuove soluzioni grafiche che fanno la loro porca figura: i capelli di Lara ora risultano dinamici e si muovono realisticamente in base alla situazione, ed inoltre si sporcheranno di neve o di acqua in modo assolutamente credibile; le texture dei tessuti sono state notevolmente migliorate, donando un look&feel assolutamente di prim’ordine; L’illuminazione ambientale ed i giochi di luce ora sono assolutamente stupendi, anche se il team ha commesso qualche errore tecnico e fisico pur di far risplendere il gioco (soprattutto in alcune sezioni della campagna); Le ambientazioni nevose si deformano in tempo reale in base a dove camminerete, rallentandovi se la neve sarà troppo alta, feature che vi accompagnerà per una buona porzione di gioco.
Tutta questa nuova tecnologia è solo la punta dell’iceberg, ed il gioco non sembrerebbe così visivamente riuscito se non fosse per tutto il resto del comparto tecnico che risulta curato fin nei minimi dettagli.
A livello generale, le texture sono ottime su tutte le superfici di gioco, mentre il design dei nemici risulta alquanto deludente: piatto, occasionalmente non legato al contesto e sicuramente meno d’impatto rispetto a tutto il resto, contando anche che sono state usate le medesime tipologie di nemico del vecchio Tomb Raider.
Lara dispone ora di nuove animazioni, più credibili e realistiche, che vi aiuteranno sicuramente ad immergervi nell’esperienza di gioco, complice di questo anche un nuovo sistema di rendering delle animazioni facciali, che funziona egregiamente su Lara mentre si attesta su buoni livelli per il resto degli NPC che vi accompagneranno durante il vostro percorso.
COMMENTO FINALE
Rise of the Tomb Raider farà sicuramente felici tutti coloro che hanno apprezzato il precedente capitolo della saga, ma lo consigliamo soprattutto agli amanti dei giochi d’azione e del platform, grazie a sequenze di gioco veramente strabilianti, un gameplay immediato e soddisfacente, ed un comparto grafico strabiliante, che fa sembrare il mondo di gioco più vivo che mai.
L’input lag rende le sparatorie meno entusiasmanti delle fasi di platforming, ma nel complesso il titolo dona un’ottima esperienza di gioco.
Inoltre il gioco presenta una buona offerta per quanto riguarda la rigiocabilità, offrendovi un buon numero di missioni da affrontare anche dopo aver completato la storyline principale, che vi terrà occupati per circa una decina di ore se vi butterete a capofitto sulle missioni principali senza esplorare minimamente il mondo di gioco.