Recensione di Pokkén Tournament

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Cosa succederebbe se, improvvisamente, l’universo Pokémon incontrasse quello di Tekken?

Quello che nascerebbe sarebbe, senza troppe sorprese, Pokkén Tournament, un videogioco che non è né Tekken né Pokémon.

Si tratta di un picchiaduro piuttosto atipico per via delle sue meccaniche di gioco piuttosto diverse da quello che comunemente ci si aspetterebbe da un titolo appartenente a questo genere poiché non si tratterà semplicemente di combattere uno contro l’altro in un’arena, quanto di applicare particolari strategie per riuscire a portarsi a casa l’incontro.

Ma procediamo con ordine.

Trama

La trama, contrariamente alle nostre aspettative, è piuttosto interessante nonostante la narrazione proceda molto lentamente e non è altro che un pretesto per farci avanzare di grado come lottatori.

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Ci troviamo nella regione di Ferrum e, come tanti in questo luogo, siamo appassionati di Pokémon e di combattimenti con essi.

In questa regione le cose funzionano in maniera piuttosto differente dal solito poiché gli incontri avvengono in 1vs1 e più c’è un legame forte fra allenatore e pokémon più questo sarà forte e performante.

A caratterizzare la regione di Ferrum vi è la Risonanza, una particolare energia che mette in contatto allenatore e pokémon, mediante la quale l’allenatore può entrare in contatto con il suo pokémon, suggerirgli gli attacchi e fargli sprigionare una potenza del tutto simile alla mega-evoluzione (difatti chi la possiede mega-evolve senza l’ausilio di bracciali o pietre).

All’interno di una regione così legata a questi incontro di lotta e così legata alla forza della Risonanza vi è una lega, la lega di Ferrum, divisa in alcune divisioni che sarà nostro compito scalare (strano vero?).

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A sconvolgere questi equilibri fa la sua apparizione una misteriosa allenatrice con il suo misterioso pokémon, un Mewtwo nero che pare abbia all’interno del suo corpo una pietra della Risonanza.

Questa surreale coppia sembra non aver bisogno di nessuno strumento per entrare in risonanza e anzi, questo Mewtwo pare essere sempre nella sua forma Super quando combatte.

A rendere ancora più misteriosi gli avvenimenti vi è la notizia che la fonte della Risonanza in Ferrum si stia esaurendo.

Nostro compito, fra un incontro di Lega e un altro, scoprire cosa sta succedendo e perché questa allenatrice misteriosa sembra essere interessata a noi e al nostro pokémon.

Certo, siamo molto lontani dalla Shadaloo e dal suo piano di conquista globale fatto di intrighi politici e colpi di stato ma è pur sempre una trama che riesce, con il suo mistero contino e crescente, a creare curiosità nel giocatore spingendolo (come se ce ne fosse bisogno) a proseguire la sua scalata verso le vette della Lega.

Gameplay

Il gameplay di Pokkén Tournament è, invece, quello che meno ci aspettavamo da un titolo del genere, così abituati a dei picchiaduro che si basano esclusivamente sul combattimento.

Pokkén Tournament è speciale.

Ogni battaglia si basa su due fasi distinte e separate che si alternano durante tutta la durata dello scontro: la fase Panoramica e la fase di Combattimento.

Cercare di spiegare il funzionamento delle due fasi e della oro alternanza è più difficile a dire che a farsi, quindi non spaventatevi se a leggere sembrerà tutto molto complesso perché dopo il tutorial del gioco e qualche incontro sarete capaci di padroneggiare la meccanica più importante del titolo.

Fase Panoramica

Durante la fase Panoramica possiamo muoverci liberamente nelle quattro direzioni all’interno di un’arena circolare o ovale.

In questa fase ci si studia, ci si punzecchia e si cerca in tutti i modi di giungere alla fase di Combattimento ottenendo l’iniziativa.

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Nella fase Panoramica vi sono due differenti tipi di attacco che possiamo compiere: uno a ricerca e uno sparo a distanza.

Entrambi ci servono per tenere l’avversario sulle spine e per cercare di entrare nella seconda fase di gioco.

Quando si riesce a infliggere un buon danno o si inizia una combo o l’avversario viene stordito si passa alla fase di Combattimento.

Lo scopo della fase Panoramica è quindi quello di capire il gioco dell’avversario, di crearsi una strategia per poi ingaggiare senza pietà il nostro rivale.

Fase di Combattimento

Nella fase di Combattimento ogni nostro attacco infliggerà più danno, avremo accesso alle Pokécombo e a degli attacchi mirati e più violenti.

In questa fase ci si può muovere solo a destra o a sinistra (come nei classici picchiaduro).

Lo scopo è infliggere il maggior numero di danno cercando di subirne il meno possibile e tornare alla fase Panoramica.

Si cambia fase infliggendo colpi critici, facendo un elevato numero di danni oppure utilizzando la parete dell’arena.

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Schiantando l’avversario sulla parete, infatti, è possibile iniziare una serie di combo con rimbalzi devastanti che finisce, solitamente, con l’avversario che viene schizzato via in un altro punto dell’arena.

Questo sancisce la fine della fase di Combattimento e l’inizio di una nuova fase Panoramica.

Attacchi

L’alternanza della due fasi è piuttosto importante poiché chi riesce a guadagnare l’iniziativa con il cambio di fase guadagna un bonus non indifferente nella barra di Risonanza con la quale, quando è al massimo, è possibile entrare in modalità Super Risonanza ed effettuare attacchi speciali devastanti o godere di alcuni buff sulle statistiche.

Gli attacchi speciali sono le classiche super-mosse presenti in ogni titolo di questo genere, animazioni stupende ed esagerate (sembra di vedere una puntata di Dragon Ball a volte) e capaci di infliggere danni considerevoli.

Chiaramente il gameplay non può limitarsi al semplice alternarsi di due fasi di combattimento!
La profondità di ogni scontro è data anche, e sopratutto, dal cosiddetto triangolo degli attacchi.

Di cosa si tratta?

È piuttosto semplice: abbiamo a disposizione tre tipi di attacchi, prese, counter e attacco base.

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Ognuno di questi, inserito nel triangolo, è efficace sull’altro e quindi capace di spezzare la combo di un avversario basata su quel particolare tipo di attacco.

Il counter in maniera particolare è piuttosto importante nel gioco poiché impedisce ai giocatori di spammare a casaccio tasti nella speranza di portarsi a casa l’incontro.

Il nostro pokémon può letteralmente assorbire gli attacchi avversari e lanciarglieli contro nuovamente con un reversal molto potente.

Questo giochino è possibile rimbalzarselo contro di volta in volta dando vita ad effetti e battaglie sorprendenti e spettacolari.

Supporto

A rendere il titolo ancora più vario ed interessante vi sono i Pokémon di supporto selezionabili a coppie di due prima di ogni incontro.

All’inizio del match dobbiamo sceglierne uno dalla coppia da portare con noi e, quando segnalato dall’indicatore, possiamo sceglierlo per farci dare una mano.

I supporti si dividono in tre categorie: attacco, disturbo e potenziamento.

I primi fanno male agli avversari causandogli magari uno status negativo, i secondi mirano a disturbare l’avversario con un status o allontanandolo da noi e gli ultimi ci regalano dei buff all’interno dell’incontro.

La selezione corretta del supporto e l’utilizzo al momento giusto può essere la chiave di una vittoria all’interno di un match.

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Il rooster di pokémon utilizzabili è piuttosto esiguo ma è difficile stufarsi di quello che il titolo offre poiché con ogni pokémon possiamo effettuare tante tecniche e combinazioni differenti il che ci porta effettivamente ad avere a disposizione più tipi di personaggio diversi a seconda del proprio stile di gioco.

Ad aumentare la longevità del titolo abbiamo numerose chicche estetiche che possiamo comprare e applicare al nostro avatar, come vestiti, sfondi, pettinatura ed altro.

Chiaramente una feature apprezzabile dai completisti compulsivi o dai maniaci della customizzazione mentre chi vuole solo le botte da orbi ignorerà totalmente questa offerta del gioco.

Tecnicamente

Tecnicamente siamo di fronte ad un titolo perfetto.

Ottimo il sonoro con le sue musiche frizzanti e galvanizzanti che riempiono di epicità l’aria e ottimo il comparto grafico.

Ogni mossa ha una grafica e delle animazioni uniche e la spettacolarità di alcune combo non ha niente da invidiare ad altri titoli di questo genere.

Gli scenari sono ricchi di dettagli e tutti molto particolari: si va da un porto dal quale continuano ad apparire Magikarp a villaggi innevati pieni di pokémon di tipo ghiaccio a fare il tifo per noi.

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Non vogliamo dirvi nulla invece degli scenari in cui appare Mewtwo nero perché non vogliamo rovinarvi l’effetto “wow” che ne deriverebbe.

Pokkén Tournament è quindi un titolo unico, nuovo ed elettrizzante che ha saputo dare forma ai sogni del bambino che ognuno di noi è stato: vedere i propri Pokémon sfidarsi in tempo reale in un’arena esattamente come nel manga o nella serie animata.

Insomma, noi non possiamo che ritenerci completamente soddisfatti dall’esperienza e dalle emozioni che Pokkén Tournament ci ha offerto e che, con ogni probabilità, continuerà ad offrirci.

Conclusioni

Tornando alla domanda iniziale quindi, quando è che un videogioco può essere considerato un buon videogioco?

Ecco, secondo noi è quando dall’inizio alla fine lo si gioca in silenzio, con gli occhi lucidi e la bocca spalancata.

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Quando spegnere la console è sinonimo di tristezza.

Quando si ha una continua voglia di giocare e giocare e rigiocare.

Quando la sua sola presenza sul mercato è un motivo più che valido per acquistarne la piattaforma che lo ospita.

Insomma Pokkén Tournament è questo e tanto, tanto altro e noi non possiamo che consigliarvi di godervi questa bellissima esperienza anche e sopratutto in compagnia di un amico fan quanto voi del mondo Pokémon perché giochi del genere non escono così spesso e quando succede non bisogna lasciarseli scappare.

Pro

  • Esteticamente incredibile
  • Divertente e frenetico
  • Curva di difficoltà ben bilanciata
  • Longevità potenzialmente infinita
  • Il sogno di ogni appassionato
  • Competitivamente complesso

Contro

  • Ce ne sono?
  • Forse la narrazione lenta
10

Eccellente

Lettore, scrittore, videogiocatore accanito...Vivo troppo nel passato videoludico per potermi godere a pieno il presente. Indie Game supporter. Poeta maledetto dalla nascita.