Termina.
Termina è il lato “oscuro” di Hyrule, il luogo che mette a nudo tutte le debolezze dell’uomo e il suo essere condannato, in eterno, al capriccio del Tempo.
Termina è una pianura vuota sormontata, al centro, da Cronopoli, una piccola cittadina il cui simbolo, appunto, è la torre dell’orologio la quale ad ogni suo rintocco sta a ricordare ai suoi abitanti il loro orribile e crudele destino.
Termina non è solo un luogo, Termina è il marchio che la vita ha messo su ognuno di noi pronto, ogni volta che è necessario, a ricordarci che non possiamo sfuggire alla nostra vita.
Link è ben consapevole del proprio destino, è consapevole del destino di tutti coloro che gli stanno attorno perché, a conti fatti, nonostante egli sia l‘Eroe del Tempo neanche lui può manipolare il proprio destino: Link non può salvare nessuno, qualunque azione faccia si ritroverà costretto, sempre, a ricominciare d’accapo a salvare nuovamente lo stesso mondo dallo stesso orribile destino in un loop interminabile di sofferenze.
Anju non smetterà mai di aspettare il ritorno del suo amato il quale non smetterà mai di cercare il ladro che gli ha rovinato la vita.
La piccola Romani commetterà sempre lo stesso errore così come la sorella maggiore, con affetto, le offrirà da bere quel tanto famoso latte “speciale” per impedirle di soffrire ulteriormente.
Tutti gli abitanti di Termina in un modo o nell’altro sono rinchiusi nel grigiore delle loro vite: non possono sfuggire alla routine di tutti i giorni schiavi del Tempo e della loro assurda e malata quotidianità.
The Legend of Zelda: Majora’s Mask è un prodotto atipico figlio di una scommessa fra Miyamoto e Aonuma è la prova, tangibile, di come Nintendo non sia capace solo di sviluppare prodotti per un pubblico infantile e, The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D è la prova di come un prodotto valido, a circa quindici anni di distanza, riesca ancora a trasmettere le stesse emozioni, la stessa ansia e la stessa paura dell’epoca riuscendo a conquistare, ancora una volta i cuori di decine di appassionati.
Nintendo, con l’aiuto di Grezzo, è riuscita a realizzare un prodotto che supera di gran lunga le nostre aspettative riproponendoci, con grandissima classe, lo stesso titolo di quindici anni fa ma con un sapore del tutto nuovo.
Da quella lontana estate del 2000 è passato oramai tanto tempo e un titolo che all’epoca aveva fretta di mostrarsi al mondo ritorna più forte che mai, limato nelle sue imperfezioni e con una veste del tutto nuova nuova pronto a farsi strada all’interno di una generazione videoludica che non gli appartiene.
The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D cerca di svecchiarsi in ogni modo con tante piccole aggiunte che rendono quella piccola perla di una generazione oramai defunta un titolo capace di barcamenarsi in mezzo a tanti altri Giganti.
Link, a cavallo della sua fidata Epona, sta viaggiando alla ricerca di un’amica lontana quando si scontra con Skull Kid, un folletto dispettoso con la mente annebbiata dai poteri della maschera che porta in volto, frutto di una delle sue tante scorribande.
Skull Kid si sente solo, i suoi amici lo hanno abbandonato (probabilmente per via del suo carattere) così trova conforto solo nel fare dei dispetti agli altri.
Skull Kid non è che un burattino nella mani di un potere più grande di lui e che non sa controllare, così provoca lo schianto della Luna sulla terra, una Luna che dall’alto del cielo ci guarda con il suo sguardo terrorizzante e un ghigno malefico sul suo volto.
Una Luna pronta a farci i conti in tasca ad ogni nostro errore e pronta a ricordarci, costantemente, quanto piccoli siamo di fronte a lei.
Link, suo malgrado si trova invischiato nel loop temporale che sconvolge Termina e, per la prima volta, Link non è l’eroe che tutti ci aspettiamo.
Link è una parte del tutto, un piccolo puntino all’interno di un disegno più rande di lui perché questa volta il male da sconfiggere è troppo forte per essere distrutto in solitaria.
A salvare Termina dal suo destino è termina stessa con il suo insieme di variabili, con i suoi abitanti che non vogliono (inutilmente) mollare.
Link non è che una parte di tutto questo: ogni tassello, questa volta, è importante per la salvezza della terra e per la prima volta ci troviamo ad avere paura, paura di non farcela.
Il gameplay resta pressoché invariato: tre giorni per salvare Termina dal suo triste destino, l’utilizzo delle maschere per risolvere ogni più piccola quest e infine la fidata Ocarina che, ancora una volta, con le sue dolci melodie ci accompagnerà in un viaggio fra spazio e Tempo.
A rendere l’esperienza di gioco più gradevole e meno frustrante ci vengono in aiuto tante piccole migliorie che rendono il gameplay più moderno e accattivante: il Bomber’s Notebook, primo fra tutti, assume un ruolo chiave all’interno dell’intera avventura ricordandoci, costantemente, tutte le quest in sospeso e dandoci la possibilità, attraverso alcuni pratici promemoria, di ricordarci ogni orario per il corretto svolgimento delle azioni all’interno del gioco.
Ma c’è di più: grazie all’interazione con Tatl ci fornisce anche un pratico sistema di sveglia che ci ricorderà, ovunque ci troviamo all’interno di Termina, di ricordarci che c’è qualcosa da fare altrove.
La canzone del tempo, nella sua variante più utilizzata, assume, come il Bomber’s Notebook, un valore del tutto nuovo: se prima potevano trasportarci in avanti di 12 ore ogni volta ora potremo scegliere l’ora desiderata in cui vogliamo arrivare rendendo l’esperienza molto più piacevole e fluida.
Nonostante queste piccole modifiche e queste piccole aggiunte nel gameplay l’atmosfera generale del titolo resta intatta, non ha subito i mutamenti del Tempo e forse è solo un bene.
L’ansia e la paura che pervadono il giocatore mentre cerca di farsi strada all’interno di Termina sono tangibili: il timer, costantemente sotto i nostri occhi, e la Luna che sorride malignamente in alto nel cielo stanno costantemente a ricordarci che il fallimento è dietro l’angolo e ogni singolo errore ci potrebbe costare caro.
Ogni abitante ha la sua storia, ognuno ha qualcosa da raccontare, ognuno porta con se i suoi demoni: aiutarli significa alleggerire un po’ le lori esistenze ma allo stesso tempo significa perdere dei secondi preziosi per salvare il mondo intero.
Tre giorni, soltanto tre giorni per compiere un’impresa, a conti fatti, più grande di noi eppure il gioco ci lascia essere noi stessi.
Attraverso paradossi temporali ben studiati possiamo riuscire a compiere ogni azione, dare un sollievo momentaneo a tutti gli abitanti e non perdere comunque la speranza di salvare Termina dalla fine imminente.
Tre giorni sono comunque pochi e ad ogni rintocco del grande orologio della torre l’ansia cresce sempre più…
A rendere il titolo estremamente più godibile e longevo vi è un’intricato sistema di subquest che ci costringerà, se vogliamo un perfect game, a ripetere le nostre azioni più e più volte ma senza riuscire ad annoiare il giocatore anzi…
La ricerca costante delle fate all’interno dei templi, la ricerca costante della soluzione migliore per aiutare Anju, la ricerca di un modo per salvare il postino dall’oppressione del suo lavoro…
Azioni a prima vista piuttosto semplici ma che costringeranno il giocatore in un loop di azioni ripetute ciclicamente ma che, ad ogni iterazione, ci premieranno con maggiori informazioni regalandoci una visione più ampia delle vicende.
Niente all’interno di Termina è lasciato al caso.
Nintendo ha saputo regalarci un titolo che stravolge completamente l’idea di videogioco classico a cui si è abituati che fa la sua sporca figura sia su Nintendo 3DS che su New Nintendo 3DS anche se su quest’ultimo sistema riesce a dare il meglio di se.
L’utilizzo del c-stick e il 3D Super Stabile rendono l’esperienza di gioco perfetta nonostante qualche calo di frame rate nei momenti più intensi dell’avventura.
La nuova veste grafica, che non differisce troppo dall’originale, conferisce all’intera opera una dimensione più dignitosa dando al giocatore anche la possibilità di meravigliarsi di fronte alla bellezza, maledetta, del mondo che lo circonda.
Nintendo ha voluto mettere il suo tocco speciale anche in alcuni Easter Eggs che vedono protagonisti alcune glorie della casa nipponica.
The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D, in conclusione, è il titolo che tutti dovrebbero giocare anche solo per vivere, almeno una volta nella vita, un’avventura atipica che ti ruba il cuore e ti macchia indelebilmente l’animo.