Se qualcuno dovesse mai chiedermi cosa cerco dentro ad un videogioco di certo risponderei che il massimo sarebbe trovarci dentro tanta originalità, un comparto tecnico niente male e quella strana sensazione di vuoto dopo averlo finito che mi riporti addosso la voglia di rigiocarlo più e più volte per assaporarne le mille sfaccettature e magari riuscire anche a platinarlo chissà…
Quello che Last Word è stato è proprio questo: un titolo che stupisce e che sulle note finali lascia l’amaro in bocca proprio perché l’avventura è giunta al termine, forse troppo presto.
Chiariamo sin da subito però che il titolo non è esente da difetti, anzi, è afflitto anche da troppe piccole imperfezioni che nell’insieme hanno contribuito all’abbassamento del voto generale, ma procediamo con ordine…
Last Word è prodotto e sviluppato da un piccolo studio indipendente, Twelve Tiles, famoso per… In effetti si tratta di un piccolo studio che ha agito praticamente nell’ombra: ha contribuito allo sviluppo di titoli come To The Moon e A Bird Story e, inoltre, ha dalla sua un parco titoli che, nonostante sia estremamente ridotto (si tratta, compreso Last Word, di tre titoli solamente), funziona.
Dando una rapida occhiata a Flereut Blanc e a Social Caterpillar, gli altri due titoli di Twelve Tiles, non ci stupiamo della qualità del prodotto che abbiamo avuto modo di giocare in questi giorni: l’originalità, la sociologia e un modo tutto particolare di narrare una storia sono alla base di questo piccolo studio indipendente.
Ma cos’è dunque Last Word?
Si tratta di un “JRPG/storia interattiva” secondo l’autore anche se fatichiamo a digerire quella “J” davanti a RPG poiché di giapponese ha ben poco…
Essenzialmente Last Word è ambientato in un’ipotetica realtà in cui avere l’ultima parola è quello che conta all’interno della società e in cui le parole stesse hanno poteri immensi tanto da esiste una parola speciale capace di conferire a chi la conosce poteri immensi: questo porta immancabilmente a lotte snervanti fra i ranghi della società per riuscire ad avere il primato indiscusso sull’ultima parola per l’appunto.
Noi seguiremo le gesta di una giovane fotografa che viene invitata, assieme ad altri personaggi particolari, ad una degustazione di vini da parte di un misterioso professore.
Da subito notiamo che all’interno del titolo c’è qualcosa che non va: ogni personaggio è definito da una sagoma colorata e basta.
Qualcosa di molto strano e inconsueto al quale però, ad avventura finita, è possibile dare una propria interpretazione, in fondo ricordiamo che il titolo è incentrato sull’analisi della società…
Da subito veniamo a conoscenza dell’intento ultimo del misterioso professore che vorrebbe usarci come cavia per testare la sua ultima invenzione: la Bocca, un ingegnoso marchingegno in grado di battere qualsiasi persona nei particolarissimi duelli verbali che caratterizzano il titolo.
Tutti i personaggi “prigionieri” con noi sembreranno casuali ma più proseguiremo nell’avventura più scopriremo le mille sfaccettature di ognuno di essi e ci sarà chiaro perché proprio NOI siamo stati scelti per testare la Bocca.
Si è sempre pensato che in un RPG, di qualsivoglia genere, sia la storia a condurre il gioco e a giocare il ruolo fondamentale: chiaramente è, e sarà, sempre così e anche in Last Word la storia ha la sua importanza anche se, a conti fatti, quello che regge il gioco è il gameplay così originale e particolare che fa venire voglia di rigiocarci in continuazione…
Quello che dovremo fare è molto semplice in realtà: si tratta di relazionarci con gli altri… “ospiti” del Professore, ma il modo in cui lo facciamo ci ha lasciati letteralmente senza parole.
Il titolo è caratterizzato da eventi chiave sbloccabili attraverso la conoscenza di “key topic” che possiamo approfondire semplicemente facendo del gossip con gli altri personaggi.
Un esempio potrà chiarire meglio questa meccanica.
Abbiamo bisogno di conoscere di più riguardo la nuova invenzione del professore quindi chiederemo a tutti di questa invenzione aggiungendo ogni volta tasselli nuovi e facendo salire di livello la nostra conoscenza di questo “key topic”.
Questo porterà la protagonista a capire sempre di più e a poter indagare meglio su determinati eventi fino ad avere il pieno controllo su quell’argomento una volta raggiunto il livello 5.
Questa meccanica non ci servirà solo per proseguire all’interno nel gioco ma anche per scoprire la personalità di tutte le persone che ci stanno attorno: ad esempio per poter scoprire tutto quello che c’è da sapere su un allegro signorotto amante dei vini è necessario per noi aumentare la conoscenza del “key topic” riguardante i vini e così via…
Oltre a chiacchierare e a fare del gossip ci sarà possibile “ingaggiare un discorso” e “combattere” quindi con il personaggio di turno.
Ma come funziona di preciso un combattimento viste le premesse di gioco?
Il suo funzionamento è tanto originale quanto complesso anche se dopo qualche combattimento vi sembrerà di conoscerlo da una vita.
Quello che dovremo essenzialmente fare sarà ottenere l’ultima parola all’interno di un discorso, un obbiettivo a prima vista molto semplice ma abbastanza complesso da raggiungere.
La schermata di combattimento possiamo dividerla in due sezioni fondamentali: quella con le barre di potenza e quella con l’avanzamento del discorso.
Abbiamo due tipi di “mana” a disposizione: Pow e tact, rispettivamente il potere e il tatto, vedremo più avanti a cosa corrispondono.
Infine vi sono altre due barre con 6 sfere che stanno a rappresentare la “compostezza” dell’interlocutore.
Nella barra di avanzamento del discorso abbiamo sull’estrema destra la vittoria e sull’estrema sinistra la sconfitta.
Ora analizziamo a fondo il funzionamento del combattimento:
per ogni turno possiamo fare essenzialmente tre azioni fondamentali che corrispondo a tre tipi di frase da dire: una aumenta il Pow, una, a costo di Pow, aumenta il Tatto, e l’ultima, la più importante, utilizza il Tact per “fare danno”.
Ad ogni frase corrispondo tre toni differenti: cerchio, quadrato e stella con un funzionamento simile alla morra cinese, quindi quadrato batte cerchio, cerchio batte stella e stella batte quadrato.
Come funziona però il combattimento vero e proprio?
Lo scopo è spostare l’indicatore di movimento sull’avanzamento del discorso sulla vittoria in modo tale da avere l’ultima parola e vincere.
Le frasi che ci garantiscono Pow per due dei tre toni danno, oltre al Pow, anche del movimento sulla barra, le frasi che ci danno Tact invece ci lasciano fermi sullo stesso punto mentre le ultime ci vanno avanzare di X posizioni + il numero di sfere attive nella barra della compostezza dell’avversario.
A parole sembra difficile ma in realtà è incredibilmente semplice.
Ogni volta che un tono batte il tono avversario, l’interlocutore “perde” compostezza irritandosi aggiungendo una sfera nella sua barra.
Lo scopo è cercare di, facendo scelte molto oculate, far perdere la calma all’avversario per poi punirlo con le frasi che utilizzano il Tact senza mai perdere di vista il fatto che abbiamo bisogno di Pow per aumentare il nostro Tact…
Vi assicuriamo che una partita vale molto più di mille parole…
Alla fine di ogni combattimento possiamo ottenere esperienza, ottenibile anche finendo alcune quest all’interno del gioco, con la quale possiamo acquistare alcune abilità da equipaggiare in modo tale da avere vantaggi all’interno del combattimento.
Come per ogni RPG abbiamo anche un livello per il nostro personaggio: maggiore sarà più abilità contemporaneamente possiamo utilizzare senza contare che saremo notevolmente avvantaggiati nei combattimenti.
Il gameplay si esaurisce qui, “semplice”, originale e divertente.
Tecnicamente il titolo è ben fatto: un sono particolarmente azzeccato unito ad uno stile grafico molto cartoonesco che ben si adatta alla vicenda anche piuttosto fiabesca se vogliamo.
Purtroppo però i difetti ci sono eccome: una storia non troppo coinvolgente che fa da sfondo ad una caratterizzazione meravigliosa dei personaggi, la mancanza di una sfida vera e propria visto che basta un po’ di farming per rendere ogni combattimento praticamente inutile.
Infine, ma non meno importante, si sente la mancanza di un diario che tenga conto di tutti i discorsi e gli avvenimenti in maniera tale da non perdersi indizi fondamentali per la risoluzione di dati enigmi per strada.
Il titolo resta consigliato a chiunque voglia provare qualcosa di diverso dal solito.