Quando comprai la mia prima Xbox 360 (dico prima e aggiungo anche ultima, perché fortunatamente non ebbi problemi con il RROD), il primo gioco che mi venne consigliato fu Gears of War. Appena arrivato a casa dal negozio lo avviai immediatamente, curioso di testare le potenzialità della nuova console.
Dopo qualche menù di troppo scoprii che la campagna del titolo era affrontabile in co-op, tramite schermo condiviso: coinvolsi subito mio fratello e partimmo, io Marcus e lui Dom.
Gears of War fu una piacevole sorpresa sotto praticamente tutti i punti di vista: il gameplay, grazie al sistema di coperture, era tattico ed allo stesso tempo innovativo. Graficamente poi era da “mascella che tocca il pavimento” e all’epoca rimasi sbalordito, perché il titolo era di una qualità visiva eccezionale; il tempo ha poi confermato le mie impressioni, posizionando l’Unreal Engine 3 sull’Olimpo dei motori grafici di quella generazione.
Missione dopo missione cominciai ad entrare nella logica della guerra, mi schierai dalla parte dei Gears nel respingere le invasioni delle locuste, mi affezionai ai personaggi e alle loro vicende e mi giocai tutti i capitoli successivi, sempre in co-op, io Marcus e mio fratello Dom.
Devo ammettere che giocando la versione Ultimate per Xbox One di Gears of War mi sono rituffato di prepotenza nei ricordi e nonostante conosca nei dettagli ogni singola missione della campagna, la magia delle azioni sullo schermo non smette mai di emozionare e stupire, soprattutto grazie alla nuova veste grafica ed artistica che pervade il titolo.
Dal punto di vista del gameplay, il titolo non presenta nessun cambiamento o innovazione: tutto è rimasto esattamente come era nel 2006, un mix molto bilanciato di coperture, schivate e bocche da fuoco che ha settato nuovi standard qualitativi per tutti i videogiochi successivi appartenenti allo stesso genere. The Coalition, il team che ha lavorato a questa remastered, ha ritoccato – e in alcune parti pesantemente – solo il design dei nemici, l’architettura e la geometria di alcuni ambienti, e come di consueto il motore grafico del gioco.
Per quanto riguarda il design delle Locuste le modifiche apportate sono piuttosto marginali e difficilmente apprezzabili durante il combattimento, soprattutto ai livelli di difficoltà più alti, ma contestualizzano i nemici di sempre dei Gears nel rinnovato universo di gioco.
Uso l’aggettivo “rinnovato” perché il restiling grafico effettuato dal team inonda e permea questo “Gears of War 2.0” di un look molto più verosimile, più attuale e molto più pulito. Non stiamo infatti parlando di un mero aumento della risoluzione e della qualità delle texture; nella Gears of War Ultimate Edition è stato pesantemente rivisto il sistema di illuminazione, gli effetti particellari sono stati impreziositi e arricchiti ed ora sono più spettacolari che mai, e combinando questi due aspetti con il nuovo look donato al gioco ne risulta un universo profondamente cambiato nello stile, che catapulta il giocatore in una dimensione più attuale e meno fantascientifica.
Se l’universo di gioco e la conseguente campagna in singolo risultano al passo coi tempi grazie ai miglioramenti apportati, tra i quali possiamo includere i livelli extra che prima erano esclusiva PC, lo stesso non si può dire del multiplayer. La componente PvP del gioco è stata aggiornata con tutti i DLC usciti finora, ma in questo caso il beneficio si limita a qualche (parecchie, a dir la verità) mappe in più: le modalità giocabili invece sono solo 3 – Deathmatch, Re della Collina e Zona di Guerra – e sono troppo poche per intrattenere a lungo i giocatori. Ci saremmo sicuramente aspettati qualcosina in più, magari qualche modalità e qualche arma in più, e anche in luce del fatto che la Ultimate Edition non è una semplice remastered, la stessa cura riposta verso il single player e il comparto tecnico ce la saremmo aspettati anche nel multiplayer, che purtroppo non risulta al passo coi tempi.
L’intelligenza artificiale risulta nella media, con nemici che nelle difficoltà di gioco più alte si trasformano in cecchini infallibili capaci di mettervi k.o. col fucile a pompa anche da distante siderali. Il codice di gioco risulta stabile e i bug in-game sono ridotti all’osso, ma un errore di sistema dovuto al gioco ci ha fatto particolarmente penare.
All’avvio di Gears of War infatti viene chiesto un aggiornamento per il gioco, che si rivela poi essere un aggiornamento di sistema di Xbox One; per poterlo scaricare, il sistema operativo uscirà da solo dal gioco e andrà in un loop quasi infinito nel quale vi dirà che è necessario l’aggiornamento ma che qualcosa è andato storto, ripetendo l’operazione. Se con un pizzico di fortuna riuscirete a scaricare l’aggiornamento, il calvario non sarà finito: al prossimo riavvio della console, il gioco vi richiederà ancora di scaricare lo stesso aggiornamento. Personalmente, l’ho già installato più di 10 volte: la soluzione più veloce al problema, che però vi limita l’accesso al multiplayer, è avviare il gioco senza connettere la console ad internet.
Tralasciando questo fastidioso problema, il codice del gioco risulta solido e ben scritto, ed oltre ai pochi bug lo testimoniano i granitici 60 fps che il gioco mantiene sia online che offline.
Giudizio finale
Gears of War Ultimate Edition è l’originale Gears of War, con una nuova ed azzeccatissima veste grafica e stilistica. Essendo un ottimo gioco sotto tutti i punti di vista, lo consigliamo assolutamente a tutti i fan della saga ma anche a chi non ha mai avuto modo di ripercorrere le gesta di Marcus Fenix; inoltre vi ricordiamo che se acquisterete il gioco entro il 31 dicembre 2015 vi verranno regalate anche le versioni retrocompatibili di tutti gli altri capitoli della saga. Un motivo in più per acquistarlo, no?