Fire Emblem Fates – Recensione (2 di 2)

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Retaggio e Conquista: semplici espansioni di un progetto più grande?

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Fire Emblem Fates presenta due sottotitoli, entrambi legati ad una o all’altra versione di gioco: Retaggio e Conquista (Alla fine di questo scritto dedicheremo qualche parola anche alla terza versione, Rivelazione).

Iniziamo a parlarvi di quest’opera magna sfatando un mito: le due versioni di gioco non sono, e non devono, essere considerate una mera operazione commerciale.

Questa volta l’universo e la storia raccontataci da Intelligent System sono così complessi e profondi da aver reso necessaria un’operazione del genere senza la quale il titolo, secondo noi, non avrebbe avuto lo stesso carisma e profondità che ha.

Possiamo parlare di Retaggio e Conquista come di due titoli che si completano a vicenda e che sono, allo stesso tempo, stand-alone e dlc di se stessi.

Non si tratta di piccole espansioni che aggiungono piccoli elementi di contorno, no. Qui siamo davanti a due (tre in verità) titoli completi, ognuno dei quali con la sua storia e con la sua identità.

Nei primo sei capitoli (di 27) che fanno da introduzione, e comuni a tutte le versioni di gioco, facciamo la conoscenza di Corrin, una ragazza nel nostro caso, legata ai Nohr, un popolo belligerante e crudele in eterna lotta con gli Hoshido, pacifici samurai della luce.

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Corrin è la principessa del Nohr anche se fin da subito qualcosa appare poco chiaro: non possiamo uscire dalla fortezza in cui sembriamo essere rinchiusi e la nostra ha più l’aria di una prigionia rispetto a quella di una semplice vita in un castello.

Corrin sembra non curarsene troppo legata com’è ai suoi fratelli e sorelle e, a modo suo, anche a suo padre.

Le cose si complicano quando alcuni prigionieri hoshidesi la riconoscono e il padre la manda, per la prima volta in missione.

A seguito di quello che sembrerebbe essere un rapimento ci ritroviamo a conoscere gli hoshidesi e a scoprire che tutta la nostra vita è stata un’enorme menzogna: Corrin è una principessa hoshidese strappata alla famiglia in tenera età dalla crudeltà del Nohr.

Dopo qualche evento particolarmente incisivo veniamo chiamati a compiere un scelta, una scelta difficilissima e importantissima: rimanere con la nostra famiglia reale, e quindi servire l’Hoshido, oppure ritornare con le persone che ci hanno cresciuto e voluto bene, e quindi servire il Nohr.

La scelta che faremo, dettata dalla versione di gioco in possesso o dai “dlc” posseduti, condizionerà tutto il resto della nostra vita.

#TeamNohr o #TeamHoshido? Una scelta etica e morale

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La scelta può sembrare piuttosto ovvia per il giocatore: Corrin è figlia degli hoshidesi e il Nohr le ha mentito, perché doversi schierare con loro?

Corrin ha una personalità e un codice morale piuttosto particolari. Non ama la guerra e il suo animo è piuttosto nobile e bel lontano dalla crudeltà del Nohr.

Eppure per Corrin il Nohr rappresenta la sua famiglia, le persone per cui prova qualcosa e a cui si sente effettivamente legata.

Gli hoshidesi per Corrin non sono nessuno e, nonostante sappia che rappresentano la sua vera famiglia, non riesce a provare niente per loro.

La scelta che deve fare Corrin è piuttosto complessae con dei risvolti psicologici non indifferenti: seguire la banalità dei propri sentimenti e ascoltare il proprio cuore o fare la scelta “giusta”?

Il problema, e Corrin lo sa, è che non esiste una scelta giusta.

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La scelta migliore sarebbe fuggire, chiudere gli occhi e scappare lontano… In effetti Intelligent System ci propone anche questa possibilità grazie a Rivelazione ma a meno che non siate i fortunati possessori di un’introvabile edizione limitata del gioco dovrete aspettare Giugno per poter compiere la scelta più ponderata (nel nostro caso ringraziamo Nintendo per averi fornito la possibilità di seguire tutti gli archi narrativi).

Quindi, difatti, è necessario compiere una scelta.

Il videogiocatore qui può pensare di giocare di ruolo o semplicemente di videogiocare passivamente poiché la scelta compiuta peserà notevolmente anche sul gameplay.

Scegliere i Nohr, e quindi Conquista, renderà il titolo più difficile con meno occasioni per livellare e guadagnare soldi e con un livello strategico non indifferente mentre scegliere l’Hoshido, e quindi Retaggio, ci consentirà di crescere maggiormente e di respirare di più sul campo di battaglia.

Ma supponiamo per un momento che noi non siamo interessati a mere questioni di gameplay e caliamoci nei panni di Corrin.

Scegliere gli Hoshido è la scelta più ponderata in mancanza della terza possibilità e così abbiamo fatto la prima volta anche noi.

Corrin alla fine avrebbe imparato ad amare la sua famiglia naturale così come ha amato la sua famiglia “adottiva”.

Certo, rimanere con coloro che amiamo e che più sentiamo “nostri” sarebbe pur sempre una scelta valida ma dettata dal cuore e dall’emozione galoppante che pervade la mente di Corrin.

Come già detto all’interno di Fire Emblem Fates non esiste una scelta giusta e una sbagliata.

Rimasti con l’Hoshido, o con il Nohr, inizia veramente il gioco che, non abbiamo timore a dirlo, è il miglior titolo che abbiamo giocato in anni e anni di sano videogiocare.

Gameplay: un concept che si protrae avanti negli anni

Un gameplay che parte da una base solida e ben collaudata arricchito da nuove scelte di design e una storyline particolarmente complessa, intrigante e senza unti morti sono gli ingredienti giusti per un titolo che merita l’appellativo di capolavoro.

Il gameplay, come appena detto, poggia su una solida base che, anni e anni di Fire Emblem, hanno contribuito a creare aggiungendo, capitolo dopo capitolo, importantissime novità che non hanno fatto altro che rendere l’intera esperienza di gioco sempre più ricca, profonda e complessa.

Fates non fa che migliorare ulteriormente l’esperienza di gioco con l’aggiunta di meccaniche e componenti del tutto nuove che portano ogni battaglia, e non, ad un livello superiore.

Abbiamo l’introduzione, fra tutto, delle Vene di Drago, particolari punti della mappa in cui è possibile interagire solo con i membri della famiglia reale nelle cui vene scorre il sangue di drago.

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Attivando queste particolari zone è possibile cambiare la mappa di gioco rivelando nuove zone, costruendo ponti, abbassando montagne, seccando fiumi e così via…

Non è obbligatorio utilizzarle così come non è assolutamente consigliato farlo: ogni situazione richiede una preparazione strategica tale da dover stare attenti ai più piccoli particolari, creare un ponte significherà dare anche al nemico la possibilità di utilizzarlo, è quello che vogliamo?

Viene aggiunta la possibilità di creare gruppi all’interno delle mappe di gioco muovendo due personaggi alla volta invece di uno in modo tale da coprire più debolezze possibile e fornire più bonus possibili all’intero team.

Il combattimento vero e proprio non ha subito vistose modifiche: prima di affrontare lo scontro abbiamo a disposizione tutti i dati su di esso ce il nostro damage output, le nostre difese e quelle dell’avversario così come il tipo di arma utilizzato.

L’efficacia delle armi, oltre a dipendere dalla truppa attaccata, dipende da un triangolo di colori: Verde batte Rosso che batte Blu che batte Verde.

E’ importante equipaggiare sempre la giusta arma e schierare le truppe in maniera sensata all’interno del campo di battaglia: ricordiamo che, se giocato alla “giusta” difficoltà, i personaggi morti in battaglia sono morti per sempre.

Fire Emblem Fates aggiunge un’altra piccola chicca di gameplay: il castello.

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Fra una battaglia e l’altra possiamo dedicarci alla costruzione del nostro castello nel Piano Astrale nel quale possiamo comprare armi, ottenere oggetti, gestire il multiplayer e, sopratutto, approfondire rapporti con gli altri personaggi invitandoli nei propri alloggi e chiacchierare con loro.

Questo porterà anche ad intrattenere rapporti amorosi con alcuni di essi (anche omosessuali) grazie ai quali possiamo dare vita alla nostra personale “dinastia”.

Come guardare uno splendido anime

Tecnicamente Fire Emblem Fates è un sogno.

L’impressione è quello di guardare un anime animato magistralmente, il character design è a livelli mai visti prima e ogni mappa è disegnata in maniera encomiabile.

Aggiungiamo che sono giorni che non facciamo altro che canticchiare il main theme del gioco e che ogni singola traccia presente trasuda passione ed epicità e il gioco è fatto.

Fire Emblem Fates vince su tutti anche in questo.

Rivelazione: la chiave della narrazione

Prima di passare alle, ovvie, conclusioni fermiamoci un attimo a parlare di Rivelazione, il terzo percorso presente in Fire Emblem Fates.

Corrin è inquieta e la scelta che deve fare è difficile, troppo difficile per una ragazza che ha appena scoperto che la sua vita è una bugia.

Corrin scappa, non si schiera con nessuna delle due fazioni e cerca di scoprire cosa è che sta succedendo nel mondo.

Scopre che c’è un male più grande, un nemico comune, causa del conflitto fra le due fazioni, da dover sconfiggere unendo le forze.

Far collaborare i due eterni nemici è la cosa più difficile.

Rivelazione è la quadratura del cerchio, la risposta a tutte le domande sorte nei due percorsi e il completamento di un’opera enorme e magistrale.

Non ci sentiamo di definirlo un dlc o un’espansione del titolo poiché mantiene la stessa longevità e lo stesso carisma degli altri due.

Rivelazione, nonostante pecchi di qualche buco nella narrazione e di qualche dialogo piuttosto banalotto, riesce, dopo poco, a mantenere lo stesso livello dei due fratelli “maggiori” offrendo un’esperienza di gioco che oseremo definire divina.

Conclusioni

Concludendo, se siete in dubbio smettete di esserlo perché dovete comprare Fire Emblem Fates e godervi pienamente questa stupenda avventura.

La abbiamo aspettata per anni in occidente e ora che finalmente è qui sarebbe un peccato privarsi del miglior titolo per la portatile Nintendo.

Quale dei due titoli acquistare?

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Quello che sentite più vicino a voi in termini di gameplay: siamo certissimo che acquisterete l’altro dallo store quasi immediatamente.

Per Rivelazione noi non possiamo che consigliarmi caldamente, dopo aver completato il gioco, di farlo vostro a Giugno perché di titoli così ne esistono davvero pochi.

Pro

  • Narrazione perfetta
  • Storyline complessa ed intrigante
  • Tecnicamente impeccabile
  • Difficoltà ben calibrata
  • Ottima longevità
  • Gameplay ben solido

Contro

  • Qualche buco narrativo in Rivelazione
10

Eccellente

Lettore, scrittore, videogiocatore accanito...Vivo troppo nel passato videoludico per potermi godere a pieno il presente. Indie Game supporter. Poeta maledetto dalla nascita.