Edmund McMillen è uno sviluppatore che, nel bene o nel male, qualunque sia stato il genere videoludico al quale si è approcciato ci ha regalato capolavori.
JamesId è un “folle” invece: si tratta, infatti, della “mente malata” che sta dietro ai trailer disturbanti di The Binding of Isaac.
E cosa potrebbe mai nascere dall’unione di questi due individui?
Fingered ovviamente, ovvero una versione grottesca e “folle” di “Indovina Chi?” all’interno della quale siamo dentro una centrale di polizia pronti a puntare il dito contro un sospettato che riceverà una scarica di 2000 volt nel corpo.
A “semplificarci” il compito vi è una schiera di testimoni con tutti i loro disturbi di personalità e caratteristiche strambe: c’è chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto o chi vede il rovescio della realtà, c’è chi è razzista e c’è chi proprio non riesce a dire la verità.
Aggiungiamo a tutto ciò quel pizzico di proceduralità che il buon vecchio Edmund sa utilizzare sempre con sapienza e quel giusto tocco di humor tipico dei suoi titoli ed ecco che avremo ottenuto una piccola perla che, al costo di appena due euro, ci potrà far passare un paio d’ore di piacevole e intelligente divertimento.
Tutto questo ovviamente funzionerebbe nel mondo reale in cui tutto va (non sempre) per il verso giusto ma non funziona così nel mondo di Edmund.
No, in quel mondo tutto tutto ha un’accezione diversa, bisogna cominciare a pensare fuori dagli schemi e crearsi dei nuovi canoni di tutto.
Come visibile dalle immagini è difficile poter capire cosa si intende per “odd” o per “freak” nelle testimonianze poiché ognuno dei brutti ceffi che ci troveremo a dover giudicare rispecchia perfettamente l’ideale di “strambo” nel mondo reale.
Così come viene difficile capire cosa si intenda per “dumb” o “strong” all’interno delle testimonianze: qual è il metro di misura che bisogna utilizzare?
Questa è la prima difficoltà che si incontra all’interno del titolo: l’essere costretti a ragionare fuori dal pensiero comune e il doversi creare una logica del tutto nuova sulla quale si basa l’intero titolo.
La seconda grande difficoltà arriva, forse, per noi italiani poiché il titolo è completamente in inglese (e siamo contenti di ciò poiché alcuni termini sono intraducibili) ma non solo: il titolo è pieno zeppo di slang e di termini “dialettali” che potrebbero rappresentare uno scoglio per qualche videogiocatore.
Non nascondiamo che a volte siamo dovuti ricorrere al dizionario per scoprire il significato di qualche termine molto lontano dalla parlata inglese comune e che abbiamo fatto fatica anche a dargli una traduzione italiana vera e propria.
Se poi dobbiamo capire come applicare quell’aggettivo anche all’interno del gioco potete capire come giocare a Fingered non è un’impresa facile.
Tecnicamente il titolo è molto semplice, una grafica “pulita” ed essenziale e un sonoro quanto più sobrio possibile.
Purtroppo c’è un’impossibilità a giocarlo a schermo intero poiché il titolo gira solo in finestra e, ogni tanto, avvengono dei crash che, uniti all’impossibilità di salvare, sono un problema piuttosto grave che, per fortuna, non avviene troppo spesso.
Tirando le somme, vale la pensa spendere due euro per Fingered?
Si.
Decisamente Si.