È risaputo che i sequel spesso e volentieri non solo sono peggio del loro predecessore, ma rovinano con facilità intere serie deludendo anche i fan più accaniti. Non è il caso dell’ultimo titolo della Bioware però. Dopo i primi due capitoli, con tanto di espansioni e dlc, Dragon Age: Inquisition semplicemente conquista i cuori di quelli che non conoscevano Dragon Age e si prende le anime di quelli che già lo amavano (per non parlare del tempo).
Storia e mondo di Dragon Age
L’immaginario continente di Thedas viene sviluppato e arricchito fin dal primo capitolo. Una volta sotto il dominio dell’impero di Tevinter raccoglie dentro di se numerose città, culture, nazioni, razze e molto altro.
Inquisition porta l’open world vero e proprio nella serie, le grandi aree sono ricchissime di paesaggi mozzafiato, caverne da esplorare, materiali per il crafting e numerose missioni secondarie che ti fanno andare ben oltre le 200 ore di gioco promesse dalla Bioware.
Il bello di Thedas però è che gli sviluppatori hanno fatto del loro meglio per descriverlo nei minimi dettagli dando risposte a qualsiasi domanda un giocatore possa avere. L’andamento della storia, i vari dialoghi, i libri trovati in giro creano un intreccio di storia e una ricchezza di informazioni paragonabile ai libri di Tolkien. Essendo il terzo capitolo, Inquisition gode di tutto il lavoro fatto nella serie quindi raggiunge un altissimo livello di dettagli da questo punto di vista
Il Gameplay
Dragon Age e’ un gioco di ruolo fantasy con elementi gestionali. Nei combattimenti si gestisce una squadra di 4 personaggi che viene formata dal giocatore in base al proprio stile di gioco.
Si tratta di scontri molto simili come stile a quelli di WoW, ovviamente invece di un personaggio si gestisce l’intera squadra cambiando il personaggio controllato a volontà. Per qualche motivo la Bioware ha reso molto più povero il menù della tattica dei personaggi rendendolo praticamente inutile.
Nonostante questo i combattimenti restano sempre belli e spesso impegnativi che ti fanno ripensare sulla propria tattica e/o i compagni di viaggio scelti.
I personaggi utilizzabili si trovano esplorando il mondo del gioco e finendo diverse missioni. Ovviamente hanno tutti un carattere e una storia diversa. In base alle scelte fatte durante il gioco si avrà la loro approvazione o meno e di conseguenza cambierà il loro atteggiamento.
La parte gestionale consiste nell’amministrazione delle risorse dell’inquisizione, spetta al giocatore decidere quale fazione sostenere, quale città ricostruire o il destino di un prigioniero.
Grafica
Dal punto di vista grafico bisogna separare mondo di gioco e grafica dei personaggi. Le ambientazioni sono spettacolari e non hanno bisogno di altre descrizioni, infatti hanno influenzato molto i requisiti di sistema.
I personaggi invece lasciano desiderare. Esempio? Creando il personaggio ci si accorge che gran parte dei capelli che si possono scegliere hanno un effetto lucido, invece di pensare alla Pantene pensate piuttosto a un vetro plastificato imburrato, forse è l’unico modo di rendere il concetto. Anche le mimatiche facciali dei dialoghi sono pessime, ma bisogna anche considerare che non sono facili da realizzare e si può dire che è stato fatto un lavoro discreto. Aggiungendo il sangue che si distribuisce perfettamente sull’armatura e il movimento robotico dei personaggi si può concludere che a livello grafico lascia a desiderare. Potrebbe essere vero se tutti questi piccoli dettagli non fossero completamente offuscati dalla bellezza generale del mondo, dallo stile del disegno e dagli effetti usati.
Conclusione
Senza dubbio Dragon Age: Inquisition ha i suoi difetti ma essi sono nulla una volta immersi nel gioco. Più si avanza, maggiore diventa il il senso di dispiacere per l’avvicinamento della imminente fine.