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Lo story mode si articola in tredici tracciati, suddivisi a loro volta in 4 tornei ambientati in diverse aree di Sunny Pines, dal centro città alla periferia passando infine per il cimitero.
Dopo un breve tutorial il giocatore si troverà di fronte a un sistema di gioco decisamente semplice e non troppo articolato, che eviterà vari tecnicismi limitandosi ai comandi d’accelerazione, retro e freno.
Non ci sarà quindi, per esempio, la possibilità di fare derapate assurde sfruttando il turbo oppure salti incredibili utilizzando accelerazione del proprio veicolo: in Coffin Dodgers l’unica cosa che conta è premere acceleratore e imboccare le curve con una semplice sterzata, cercando di non arrivare ultimi per farsi prendere dalla Morte.
Il giocatore tuttavia avrà accesso ad alcune meccaniche quali l’uso del bastone e degli oggetti sparsi nel tracciato: come ogni anziano isterico che si rispetti, ogni personaggio potrà infatti sfruttare il proprio bastone da passeggio per schiantarlo sulla macchina dell’avversario, caricando il colpo o meno per sbattere fuori chiunque intralcerà il nostro cammino.
Gli oggetti invece, racchiusi in delle casse da intercettare durante la corsa, spaziano dai missili a ricerca alle chiazze d’olio da piazzare su strada, dalle sfere energetiche protettive ai propulsori per razzi, passando per il defibrillatore, utile a disarmare i corridori alle calcagna, e la mitragliatrice Uzi, non molto potente ma capace di sparare raffiche decisamente utili e durature per accumulare vantaggio.
Se quindi questa scelta permette al giocatore di concentrarsi solo sulla gara e non doversi preoccupare di troppe cose, a parte evitare missili a ricerca e schiacciare zombie, dall’altra parte questa semplicità può andare dopo un po’ a limitare di molto le opzioni di gioco. Gli stessi tracciati, molto colorati e caratterizzati, purtroppo sono assenti di scorciatoie o segreti, i quali avrebbero sicuramente reso le gare più elettrizzanti e competitive e non troppo lineari.
Purtroppo il più grande problema di Coffin Dodgers riguarda proprio la troppa semplicità e la pochezza di contenuti.
Già dai primi tracciati il giocatore si accorgerà subito di quanto in realtà l’IA di gioco sia molto facile da battere, sopratutto dopo aver sbloccato i vari potenziamenti per il proprio personaggio. Andando avanti con le gare infatti accumuleremo man mano punti esperienza che trasformeremo in denaro utilizzabile per potenziare la nostra macchina: potremo così avere un motore decisamente più potente e un cestino per le armi più capiente, diventando in breve tempo un vero e proprio carro armato velocissimo capace di distruggere qualunque cosa ci capiti davanti. In tal modo non avremo alcuna difficoltà a superare tutti e tredici i tracciati, riuscendo a concludere l’avventura nel giro di un paio d’ore massimo. Inoltre i sette vecchietti non si differenziano per nulla fra loro, a parte per il modello grafico, rendendo quindi un puro gusto estetico la scelta del nostro beniamino.
Ciò risulta essere un vero e proprio grande peccato, visto che con il tema utilizzato per la storia sarebbe stato divertente avere una differenziazione e una caratterizzazione maggiore dei sette vecchietti intenti a scappare dalla morte, oltre a essere sinceramente un numero decisamente esiguo.
Anche per quanto riguarda le altre modalità assistiamo a una scelta esigua: oltre a un tradizionale Time Trial, Coffin Dodgers propone una modalità denominata Open World, nella quale è necessario raccogliere quanti più collezionabili possibili in ogni vicolo di Sunny Pines in quella che è a tutti gli effetti una corsa a cronometro. L’Open World è proprio la parte meno curata del titolo, superfluo per i suoi contenuti e facilmente dimenticabile, risultando quindi una parte inutile da provare e limitando così le opzioni per rigiocarlo.
Sul comparto multiplayer il gioco offre la possibilità di sfidare i propri amici sia in locale che tramite online. E’ possibile giocare da due a quattro persone in split screen locale, rendendo ancora più divertenti e assurde le gare per la sopravvivenza dei nostri pazzi vecchietti, andando così a limitare, seppur in parte e superficialmente, i difetti di rigiocabilità e varietà del titolo. Eppure, nonostante i grandissimi momenti d’ ilarità e divertimento collettivo, anche sul comparto multiplayer online il gioco soffre moltissimo, con una grande difficoltà a trovare avversari in rete e provare così l’ebbrezza della velocità col nostro motociclo.
Insomma, nonostante la buona volontà, il concept originale e il lavoro svolto da Milky Tea, non ci troviamo di fronte a un nuovo Crash Team Racing o all’erede di Mario Kart. Eppure, non riusciamo comunque a bocciare completamente questo titolo, visto i momenti di divertimento che potenzialmente può dare, anche se per poche ore.
Se volete dunque divertirvi e provare l’ebrezza a sfidare la morte attaccandola con un bastone e con un velocissimo motociclo, sfrecciando senza troppi pensieri, sicuramente questo titolo non vi deluderà…per quel poco che dura.