“War. War never changes”.
Con queste parole iniziava uno dei migliori capolavori che il mondo videoludico abbia mai vantato; mentre una buona parte di voi ha già capito la provenienza della citazione, un’altra buona parte dei lettori si starà chiedendo come questa citazione possa centrare in qualche modo con l’ultimo capitolo di COD, ovvero Call of Duty: Advanced Warfare, sviluppato da Sledgehammer Games e distribuito da Activision.
In realtà la citazione calza a pennello con quello che è Advanced Warfare, perchè anche nel 2055 la guerra non è cambiata affatto. È cambiato il modo di fare guerra, ma la sostanza è sempre la stessa: per quanto sia “Advanced” è e sarà sempre “Warfare”. E forse, sotto qualche punto di vista, si poteva fare qualcosina di più.
Call of Duty: Advanced Warfare ci spedisce di prepotenza nel futuro, costringendoci ad un balzo temporale di circa 40 anni catapultandoci in un mondo che sostanzialmente sembra lo stesso di quello che conosciamo oggi, ma nel quale (come era prevedibile) la tecnologia ha fatto passi da gigante. Ovviamente, soprattutto in campo bellico.
Simbolo del progresso tecnologico in campo militare e pioniera nella costruzione di armamenti bellici iper-tencologici è la Atlas Corporation, una compagnia militare privata e indipendente da qualsiasi forma di governo guidata dal carismatico Jonathan Irons, NPC per il quale ha prestato il proprio volto il famosissimo attore Kevin Spacey. Molto meno carismatico invece (molto meno… troppo meno, ndr) e dal grilletto facile sarà invece Jack Mitchell, il protagonista assoluto di questo Call of Duty del quale vi troverete a vestire i panni lungo tutta la durata della campagna principale.
Qui troviamo subito la prima nota dolente del titolo: se l’alter ego virtuale di Spacey è stato curato a dovere ed offre un certo spessore alla narrazione, permettendo al giocatore di assaporare tutto il suo carisma ed il suo egocentrismo, il resto dei personaggi che incontreremo sono assolutamente privi di personalità, semplici pedine da muovere al proseguire della campagna: scordatevi di appassionarvi alla loro storia o al loro carattere, al contrario di Irons gli altri personaggi mancano di carisma e individualità.
La grande novità introdotta da questo Call of Duty: Advanced Warfare è l’esoscheletro EXO, un accessorio esterno da far indossare ai soldati che ne aumenta in modo esponenziale la mobilità, la forza e in generale l’utilità nel campo di battaglia. In realtà gli esoscheletri EXO sono solo la punta dell’iceberg di tutte le diavolerie tecnologiche che il gioco vi metterà a disposizione.
Cominciamo subito col dire che Advanced Warfare è a conti fatti il primo episodio del franchise sviluppato su next gen, ma nonostante il balzo generazionale il titolo di Sledgehammer Games rimane pur sempre un Call of Duty, con tutti i pregi e i difetti che il brand si trascina dietro da anni.
Trama
Dal punto di vista narrativo la campagna di Advanced Warfare risulta solida e sufficientemente articolata, e rispecchia a pieno i canoni cinematografici a cui ci ha abituato il brand fin dal suo esordio. Non aspettatevi però una storia da premio Oscar, visto che le vicende narrate hanno ben poco di originale e la regia non è sicuramente delle migliori.
Nella sua mancata perfezione la trama riesce comunque a porre le basi per una campagna in singolo spettacolare e piena di colpi di scena, condita con sequenze mozzafiato e situazioni da cardiopalma.
L’alta spettacolarità non riesce però a cancellare quel senso di deja-vu che si prova ad affrontare la campagna principale: tutto sa di già visto, soprattutto per chi ha giocato le campagne degli episodi precedenti. Ad ogni quick-time event, ogni azione scriptata e qualunque altra fase di gioco sapremo già come andrà a finire la storia: la macchina dalla quale saltiamo esploderà e finirà in mille pezzi; l’elicottero con il quale stiamo viaggiando verrà colpito da un razzo e noi, sopravvissuti miracolati, dovremo proseguire a piedi; saremo lì lì per morire ma arriverà poi il nostro amicone di turno a salvarci la pelle e farci proseguire nella nostra adrenalinica avventura.
L’esperienza in singolo, della durata di circa una decina di ore (la durata effettiva varia in relazione al livello di difficoltà scelto), non vi chiederà di far altro se non sparare a tutto ciò che si muove; e questo è un peccato, perché tralasciando alcune fasi stealth – che peraltro risultano molto povere a livello di gameplay – e alcune fasi a bordo di veicoli, la campagna sembra “uguale” dall’inizio alla fine. Avvincente, piena di azione e di buona fattura, ma molto ripetitiva nelle sue meccaniche principali e nelle sfide che propone.
Se è vero che l’esperienza in singolo inizia bene e prosegue ancora meglio, con un picco di qualità verso la metà, è altrettanto vero che il finale risulta alquanto sottotono e non all’altezza degli eventi che lo hanno preceduto.
Ciò che riesce perfettamente alla campagna principale è di introdurvi passo dopo passo all’uso di tutti gli accessori tecnologici che vi propina il gioco: missione dopo missione vi verranno presentati e fatti usare quasi obbligatoriamente, permettendovi di capire come accedervi e come funzionino. Tutto questo serve da anticamera per la componente multiplayer, vero e proprio regno di gadget e accessori sia per il personaggio che le le armi equipaggiate nonchè vero punto di forza del titolo.
Buono il numero dei collezionabili sparsi per le varie missioni, veramente ben nascosti e difficili da trovare, e buona anche l’dea di inserire delle sfide all’interno della campagna (colpi alla testa, numero di nemici uccisi, collezionabili trovati, uccisioni con granate) che vi permetteranno una volta completate di guadagnare dei punti da spendere nella personalizzazione dell’EXO.
Nonostante l’esoscheletro possa essere personalizzato, ogni missione andrà affrontata solamente con l’equipaggiamento che ci verrà fornito dal gioco, senza poterlo personalizzare o cambiare. Le uniche modifiche che ci vengono permesse riguardano alcuni parametri di base, come ad esempio velocità di scatto e di mira, livello di salute, quantità di granate trasportate.
Una mancata opportunità per il titolo di Sledgehammer Games, che con la possibilità di affrontare ogni missione con l’equipaggiamento da noi preferito avrebbe potuto ovviare al problema della fortissima linearità e monotonia di cui soffre l’esperienza in singolo.
Tutto sommato, Advanced Warfare ci propone una campagna bella da giocare, sicuramente spettacolare e dall’evidente taglio cinematografico, ma molto povera a livello di gameplay e senza nessuna innovazione di rivilievo: gli EXO-Suite non bastano infatti a smorzare la ripetitività delle missioni e portare una ventata d’aria fresca alle meccaniche di gioco. La apprezzerete se avete apprezzato le campagne dei precedenti capitoli, altrimenti ne rimarrete alquanto delusi.
È proprio vero che la guerra non cambia mai.
Gameplay
Advanced Warfare è a tutti gli effetti un Call of Duty: il titolo infatti propone costantemente un’azione frenetica e veloce, impreziosita in questo capitolo da alcune aggiunte molto gradite come gli esoscheletri e altri gingilli tecnologici come granate intelligenti, granate marcanti, mirini traccianti, e chi più ne ha più ne metta.
Gli EXO Suit aggiungono al gioco una componente verticale molto interessante che, se nella campagna principale viene sfruttata in modo troppo lineare, trova la sua vera realizzazione tattica nella componente multiplayer del titolo.
I comandi dell’esoscheletro sono molto semplici ed immediati, e vi basterà qualche minuto di gioco per sentirvi padroni del vostro alter-ego virtuale. Le possibilità tattiche che permette l’EXO Suit sono molteplici, dal doppio salto alla schivata laterale: tutto ciò aggiunge quel tocco di pepe in più al gameplay del quale si sentiva disperatamente la mancanza.
Il level design delle mappe è stato studiato a dovere per enfatizzare l’uso degli esoscheletri, e tranne in qualche occasione vi sentirete padroni di arrivare ovunque voi vogliate: a questo riguardo stonano i fastidiosissimi “limiti mappa” che vi appariranno ogni qualvolta cercherete di raggiungere una zona o un limite della mappa non esplorabile, frequentissimi soprattutto se cercherete di raggiungere i tetti degli edifici più alti.
Comparto tecnico
Call of Duty: Advanced Warfare è il primo titolo del franchise sviluppato puntando prevalentemente sulla next gen, ma forse il gioco sacrifica un po’ troppa bontà grafica per assicurare un framerate stabile in ogni occasione. Sia chiaro, l’impatto grafico è comunque molto buono nel suo insieme, ma le differenze con la precedente generazione di console non sono poi molte, soprattutto nel comparto multiplayer.
Le texture che ricoprono il gioco sono di buona qualità, ma non fanno gridare al miracolo; ciò che risulta invece degno di nota è il sistema di illuminazione, che con il suo gioco di luci ed ombre impreziosisce e riveste il titolo di un’atmosfera carica e viva.
Di ottima fattura anche gli effetti particellari come scintille ed esplosioni, che essendo quasi perennemente presenti illuminano e animano la scena e donano quel tocco di spettacolarità in più che non guasta mai.
Gli elementi a schermo non sono poi così tanti, e anche nelle fasi più concitate non vi troverete a combattere più di dieci avversari alla volta; forse anche grazie a questo, la fluidità del titolo si attesta su ottimi livelli, non subendo mai alcun calo di framerate, nemmeno nelle fasi più concitate nelle quali l’azione scorre liscia e veloce.
Molto buone le animazioni dei personaggi così come i modelli poligonali, convincenti e completi sia per i personaggi principali che per i nemici e gli NPC.
Ciò che graficamente stupisce in modo positivo è la qualità generale delle cutscene, che mettono in mostra tutta la bellezza dei modelli poligonali e la verosimiglianza delle espressioni facciali: peccato però che a causa di una regia a tratti approssimativa non vengano valorizzati appieno certi stralci della trama. Magistrale invece lo “sfruttamento” di Irons, che però da solo basta a tenere in piedi tutto l’impianto narrativo.
Comparto Multigiocatore
Chi compra Call of Duty difficilmente lo fa per giocare solo il single player. Il vero cuore e punto di forza del gioco risiede nel comparto multiplayer, che si divide in PvP, con (quasi) tutte le modalità classiche più qualche gradita aggiunta, e la cooperativa a 4 giocatori, chiamata EXO-Survival.
Il PvP è, come da tradizione, talmente vasto da perdercisi: non in quanto a modalità di gioco – che anzi sono state sfoltite, togliendo ad esempio Quartier Generale e Gioco Delle Armi – ma per quanto riguarda armi, accessori, emblemi, sfide e prestigi. Ogni arma ha più di una decina, in media, di accessori da sbloccare, tra mirini, silenziatori ed impugnature, che vanno sbloccati mediante le uccisioni, e lo stesso discorso vale per gli emblemi e le sfide. A differenza di altri shooter, in Advanced Warfare ogni accessorio avrà la sua utilità sul campo di battaglia, andando a modificare sostanzialmente il vostro approccio di gioco.
Decisamente apprezzate le modalità Uplink e Momentum, che spezzano per un attimo l’attenzione sul k/d ratio e sulle classiche modalità deathmatch e dominio che, nonostante siano le più immediate da giocare, alla lunga stancano e non divertono abbastanza.
Ciò che impreziosisce il gioco online è l’uso degli esoscheletri, che donano al player una mobilità pressoché infinita che va giostrata con abilità e tempismo. Sarà infatti possibile schivare le granate e i proiettili nemici, aggirare gli avversari grazie al doppio salto oppure sfruttare la nuova componente verticale per pianificare assalti dall’alto. Tutto funziona molto bene ed il gioco sembra essere abbastanza bilanciato; l’unica critica che ci sentiamo di muovere riguarda le Funzioni EXO (Occultamento, Sistema Trophy…) che risultano piuttosto lente da usare e non riescono a stare dietro al ritmo e alla frenesia di gioco.
Bello il sistema di personalizzazione delle killstreak, tramite il quale possiamo andare a modificare alcuni aspetti secondari delle nostre ricompense uccisioni, come durata e punti bonus. Il tutto ci è sembrato bilanciato, e il sistema premia in egual misura sia le ricompense offensive che quelle tattiche e difensive (nonostante la grande maggioranza dei giocatori prediliga quelle offensive).
Dal punto di vista tattico, il basso numero di colpi che servono per uccidere gli avversari limita di molto ogni controffensiva, perché quando capirete che qualcuno vi sta sparando sarete già morti. Questo è un vero e proprio peccato, perché avere la possibilità di scappare al nemico grazie allo scatto laterale per poi saltargli sopra e piantargli una pallottola in gola sarebbe stato veramente magnifico.
Degno di nota è anche il sistema di customizzazione estetica del personaggio: molto variegato e visivamente valido, ma che non apporta alcun cambiamento al gameplay (e questo può essere un male come un bene, dipende dai punti di vista. Noi riteniamo che la scelta compiuta da Sledgehammer Games in tal senso sia azzeccata).
Purtroppo però dobbiamo segnalarvi pesanti problemi di lag e instabilità della connessione ai server, che rende certe partite talmente frustranti da doverle abbandonare. Tali problemi, più evidenti nei primi giorni in cui era disponibile il titolo, sono stati corretti con delle apposite patch e ora risultano molto meno frequenti. Inoltre vi segnaliamo la mancanza dei server dedicati.
Per quanto riguarda l’EXO-Survival siamo purtroppo lontani dalla qualità e dalla varietà che propone il PvP. Essenzialmente vi troverete ad affrontare orde di nemici progressivamente più forti, avendo la possibilità di spendere i punti guadagnati in nuove armi o nuovo equipaggiamento. Anche se la modalità è farcita di obiettivi secondari che vanno oltre il semplice sterminio dei bot, essa risulta comunque a tratti frustrante e parecchio sotto tono rispetto al resto del prodotto. Di positivo la modalità sfoggia un livello di sfida molto alto, che vi costringerà ad utilizzare tattiche di gruppo per poter sopravvivere: peccato che “livello di sfida alto” significhi nemici con la mira di un cowboy di film western e voi che con un paio di colpi sarete già a terra sanguinanti. Ottima l’intelligenza artificiale nemica, che mentre nella campagna si limita all’uso delle coperture da parte dei soldati nemici, in questa modalità vi darà filo da torcere, schierandovi contro avversari veloci, agili e soprattutto molto aggressivi.
Sonoro
Il comparto sonoro del titolo svolge il suo compito, senza eccellere in nessun aspetto: il tono generale è secco ed immediato, e la maggior parte degli effetti sonori sono di qualità. Ogni arma avrà il suo inequivocabile timbro, come anche l’EXO Suite che vi riempirà le orecchie con il suo rumore quando lo azionerete; buoni gli effetti sonori di soppressione quali esplosioni di granate e impatto dei proiettili.
Per quanto riguarda il doppiaggio, in generale si attesta su livelli sufficienti, con qualche inciampo in alcune cutscene nelle quali risulta di poco impatto e di qualità piuttosto approssimativa; il discorso cambia totalmente per Jonathan Irons, che presenta un doppiaggio sempre all’altezza del personaggio e che gli dona personalità in ogni frangente nel quale viene chiamato in causa.
In sintesi
Call of Duty: Advanced Warfare introduce qualche attesa novità, aggiungendo qualche elemento in più che migliora l’esperienza di gioco ma che non rivoluziona il brand, portando il prodotto finale ad essere un altro Call of Duty, con tutti i suoi pregi ma soprattutto con tutti i suoi difetti. Un proiettile nel cranio, anche se sparato dalla canna di un fucile super-tecnologico equipaggiato con mirino tracciante a zoom variabile, rimane pur sempre un proiettile nel cranio.
VERSIONE TESTATA: XBOX ONE