Il MOBA ( Multiplayer Online Battle Arena) è un genere videoludico che ha trovato in questo ultimo periodo un terreno molto fertile, diffondendosi velocemente e attirando moltissimi videogiocatori a se.
Fra questi uno dei titoli che si è contraddistinto per la sua originalità e diversità è sicuramente SMITE, MOBA sviluppato da Hi-Rez Studios è che è riuscito. nel giro di poco, a
crearsi attorno non solo una numerosa community, ma anche ad approdare sul mercato delle console.
Dopo il suo rilascio nei mesi scorsi su Xbox One, Smite è disponibile da un paio di settimane anche per PS4, riuscendo a mantenere intatta, nonostante il passaggio da PC, la sua originalità e il suo sistema di gioco.
Smite propone al giocatore diverse modalità di gioco: Conquest, Arena, Assault, Joust e Siege. Ognuna di esse ha un obbiettivo specifico differente, ma comunque ci ritroveremo sempre in squadra con altri giocatori con i quali dovremo collaborare per arrivare alla vittoria.
Le mappe, che variano a seconda della modalità, saranno normalmente definite con tre corsie, ognuna delle quali difesa da una torre e da una fenice, creatura mitologica capace di rinascere dalle proprie ceneri dopo un breve periodo di tempo se distrutta. Lo scopo della partita, nella maggior parte dei casi, sarà quello di riuscire a distruggere la base nemica e impedire agli avversari di raggiungere la propria, distruggendo le torri in una delle corsie e penetrando così nel Nexus nemico. Ad aiutarci nella nostra impresa saranno presenti delle ondate di soldati che, regolarmente, spawneranno dal nostro nexus in ognuna delle tre corsie, attaccando le torri e gli avversari con i loro attacchi. La base stessa sarà inoltre difesa da un guardiano, ultimo baluardo prima della disfatta, per il quale normalmente servirà l’aiuto dell’intera squadra per abbatterlo.
Tra le corsie, normalmente chiamate Mid Lane, Top Lane e Bot lane, è presente una zona franca, la “giungla”, nella quale vivono vari mostri in precise zone. Ognuno di loro, se ucciso, donerà un buff momentaneo al giocatore che potenzierà alcune sue caratteristiche, ma che verrà perso nel caso di dipartita dovuta ad un avversario, il quale inoltre se lo prenderà per. I mostri ritorneranno nelle loro zone dopo un breve periodo di tempo, permettendo così ai giocatori di riprendere i buff oppure oro prezioso in più per tutta la squadra. In questa ottica, la giungla è fondamentale per il piano di gioco di ognuna delle due squadre, vista l’importanza strategica dei potenziamenti e dell’oro. Alcuni giocatori saranno costretti così a contendersi quella zona franca, la quale permette anche utili imboscate nelle varie corsie per cogliere di sorpresa gli avversari.
I giocatori, divisi in squadre da cinque, dovranno scegliere dei personaggi da utilizzare in tali arene per contendersi la vittoria. Al contrario però di MOBA del calibro di League of Legends e Heroes Of The Storm, Smite si presenta non con una visuale isometrica dall’alto, ma in terza persona.
Ci ritroveremo infatti a impersonare diverse divinità riprese dalle più svariate mitologie del mondo: induiste, greche, cinesi, egizie, il roster di divinità a disposizione è ricco e, sopratutto, vario. Ogni dio avrà delle tre abilità attive, una passiva e una mossa definitiva, le quali condizioneranno il suo stile di gioco e il ruolo da ricoprire: se decideremo infatti di utilizzare Ra, dio del Sole egizio, avremo un personaggio predisposto all’utilizzo delle abilità e dei danni magici, capace di uccidere con una o due abilità gli avversari meno resistenti. Se invece prenderemo un personaggio come Guan Yu, il Santo della Guerra delle leggende cinesi, ci ritroveremo a utilizzare un combattente dedito agli attacchi fisici, ma che fra il suo kit presenta delle abilità dedite al supporto oppure per sopportare una grande quantità di danni.
A inizio partita ci troveremo con il nostro dio all’interno della base e una manciata di secondi per organizzarsi coi compagni di squadra, fare acquisti presso l’emporio presente nella base stessa e trovare posto nella mappa senza che gli avversari lo sappiano. Andando avanti con il gioco il nostro eroe potrà salire di livello uccidendo le ondate di soldati, distruggendo torri o eliminando i propri avversari, potenziando così le proprie abilità assegnandole dei punti. L’assegnazione di tali punti è un’altra componente importante del gioco: in tal modo il giocatore potrà decidere a quale mossa dare la precedenza, costruendo così la sua build e definendo il suo ruolo per il resto della partita. Fondamentale è anche l’utilizzo del negozio: con le uccisioni, l’eliminazione dei minion e la distruzione di torri si avrà accesso anche a dell’oro aggiuntivo, il quale ci permetterà di accedere a strumenti che potenzieranno le nostre caratteristiche, aiutando così il personaggio ad avere la sua configurazione definitiva.
Come detto precedentemente però, la visuale in terza persona rende Smite decisamente diverso rispetto a tutti gli altri MOBA: saremo noi infatti a dover mirare per dirigere gli attacchi e le abilità contro i nostri nemici, e non in automatico come normalmente avviene in tutti i giochi del genere. Tale scelta costringe quindi il giocatore a mirare per gli attacchi e le abilità con un’accuratezza maggiore, aumentando il livello di difficoltà ma sopratutto immedesimandolo ancora di più nel gioco. In più, la visuale in terza persona non permette una visuale completa della mappa come quella isometrica, dovendo quindi prestare più attenzione alla nostra posizione e a quella degli avversari, oltre a dover sviluppare una buona maestria per schivare gli attacchi o le abilità lanciate contro di noi.
In tal modo Smite è decisamente più frenetico e immersivo, mettendo di fronte i giocatori a dover imparare bene non solo le abilità del personaggio scelto, ma anche la velocità dei suoi attacchi, la gittata e il mirare.
Sotto il profilo della qualità del free to play, Smite risulta un gioco decisamente onesto: non è necessario spendere soldi per garantirsi la vittoria e possedere molti dei non aumenta le possibilità di raggiungere velocemente molte vittorie. La vittoria avviene principalmente con l’esperienza di gioco e l’apprendimento delle meccaniche dei personaggi, la quale richiede molto tempo per apprendere le basi di tutti ruoli e per specializzarsi in almeno un paio di questi. Le microtransazioni servono quindi solo per un fine estetico, acquistando una skin per il proprio personaggio preferito, non andando così ad influenzare il gameplay.
Le altre modalità citate all’inizio (Arena, Assault, Joust e Siege) presentano una varietà di gioco decisamente ampia: potremo infatti passare dalla classica 5 vs 5 della Conquest a modalità 3 contro 3 in una singola lane, oppure potremmo cimentarci in un’ Arena dove sfideremo i nostri avversari senza preoccuparci delle corsie, in una vera e propria battaglia campale senza esclusione di colpi. Questa scelta aggiunge quindi ulteriore varietà di gioco, permettendo a tutti di provare ogni modalità per poi decidere la propria favorita, non costringendo i giocatori a un’unica scelta che potrebbe risultare, col passare del tempo, monotona e noiosa.
Rispetto quindi alla versione PC, la versione per PS4 si trova di fronte l’arduo compito di portare lo stesso, o almeno un buon, feeling per quanto riguarda i controlli di gioco, vista l’importanza nel gameplay di mirare sia con gli attacchi che con le abilità. In tal senso, nonostante sia decisamente migliore l’utilizzo di mouse e tastiera, Hi-Rez Studios è riuscita e a mantenere intatta l’anima del suo sistema di controlli, rendendoli intuitivi e creando un buon feeling con il controller dualschock.
Mirare con gli analogici infatti non risulta così scomodo, anche se ci vuole un poco di tempo per abituarsi, così come imparare a utilizzare i tasti assegnati per le abilità: non avremo infatti l’uso dei numeri 1, 2, 3, e 4 per castare le nostre abilità ma dovremo sfruttare i tasti dorsali (R1, R2, L1, L2) per utilizzarle. Ai tasti principali del controller invece sono assegnati l’utilizzo degli oggetti consumabili, come le cure o le pozioni per rigenerare il mana, ma comunque il giocatore può decidere di cambiare e personalizzare in ogni momenti l’uso dei tasti, così da poter sfruttare il setup migliore per il proprio stile di gioco. Questa versatilità e intuitività nei comandi è sicuramente un punto a favore per la versione PS4, anche se non riesce a riprodurre completamente le stesse sensazioni della versione PC.
Un elogio va fatto inoltre alla gestione della telecamera, la quale riesce a mantenere la stessa impostazione della versione PC non risultando fastidiosa da controllare con i comandi della PS4. Una critica va rivolta invece alla realizzazione grafica del prodotto, il quale non è in grado di mettere in luce le potenzialità della console, specialmente per quanto riguarda la pulizia d’immagine. L’azione è generalmente fluida e anche sul lato sonoro non c’è di che lamentarsi, risultando così una realizzazione competente e ben sviluppata. La versione PS4 è gestita praticamente alla pari rispetto a quella per PC, con l’arrivo di nuovi contenuti che recentemente avviene quasi in contemporanea: non assomiglia quindi un porting di secondo piano quanto semmai una produzione considerata dagli sviluppatori alla pari.
SMITE si presenta quindi come uno dei MOBA più divertenti e genuini sul mercato, complice anche la scelta degli sviluppatori di smarcarsi dal gameplay che contraddistingue normalmente titolti del genere. Tale decisione insieme a un nutrito roster in continua evoluzione (e sopratutto pieno di fonti d’ispirazione) lo rende un’ottima scelta per gli amanti del genere. La versione per console inoltre si distingue per l’ottimo lavoro fatto dagli sviluppatori di non portare un semplice porting, ma una vera e propria produzione affiancata a quella per PC, evidenziando in particolar modo lo sforzo di adattare i controlli della console per renderli adatti e intuitivi.