Pokémon Picross è quel titolo a tema Pokémon che non ti aspetteresti di trovare, che non ti aspetteresti di giocare ma sopratutto che non ti aspetteresti mai di apprezzare al punto da perderci un’infinità di ore dietro.
Si tratta di un free-to-play che unisce il magico mondo Pokémon a quello dei nonograms, degli stramaledetti puzzle logici che hanno l’interessante caratteristica di essere imbarazzanti nella loro forma più semplice e altamente incazzosi nella loro forma più complessa.
Un nonogram non è altro che una griglia (quadrata o rettangolare) le cui celle all’interno possono essere riempite (colorate) o lasciate vuote.
Il mondo in cui esse vanno riempite o lasciate vuote rappresenta, per l’appunto, il lato puzzle di questi rompicapi.
Per ogni riga e per ogni colonna vi sono dei numeri (uno o più) che indicano quante celle e in che ordine vanno riempite in quella riga o colonna: seguendo queste indicazioni e incastrando al meglio questi “suggerimenti” quello che salterà fuori sarà un’immagine all’interno della griglia di gioco.
Sono tanti gli accorgimenti che un giocatore può, e deve, seguire per riuscire a completare il rompicapo come l’avere davanti 10 caselle in cui vanno riempiti 8 spazi: non possiamo sapere a priori e se la serie da 8 inizia dalla prima casella o dall’ultima, ma quello che certamente sappiamo è che le 6 caselle centrali saranno SICURAMENTE piene, questo potrebbe portare a completare una colonna che magari richiedeva solo una casella riempita e così via…
Inserire questo tipo di puzzle all’interno di un qualsiasi mondo è piuttosto semplice: alla fine è necessario mostrare semplicemente un’immagine a tema dopo il completamento dello schema di gioco oppure, come succede in Pokémon Picross, integrare una sottospecie di trama e qualche piccola interazione aggiuntiva con gli schemi di gioco dovuta ai nostri piccoli mostriciattoli virtuali.
Come sempre il gioco ci verrà introdotto dal professore di turno, in questo caso una donna, la quale ci spiegherà le meccaniche base del gioco insegnandoci mano a mano a districarci all’interno delle varie tipologie di schema e dandoci un assaggio delle meccaniche free-to-play presenti all’interno del titolo e che rappresentano l’unico vero difetto del gioco.
Scoperto dunque che ogni schema completato corrisponderà alla cattura di un Pokémon e che questi possono essere inseriti all’interno della nostra squadra (di cui inizialmente avremo un solo slot libero e che amplieremo a suon di denari proseguendo nel gioco) e che possiamo utilizzarli per ottenere aiuti particolari nel gioco (come iniziare lo schema con alcune caselle, o righe intere, già completate, oppure con alcuni suggerimenti utili) iniziamo la nostra avventura che, senza nessuna sorpresa, ci vuole come Maestri di Pokémon che hanno svelato tutti i segreti del mondo e catturato ogni specie possibile.
Questo in soldoni è Pokémon Picross.
All’interno del titolo, essendo un free-to-play, è presente una moneta di gioco ottenibile giocando oppure spendendo della valuta reale.
Con queste monete è possibile acquistare posti in squadra, l’accesso alle aree di gioco e… le mosse utilizzabili.
Ogni casella riempita equivale all’utilizzo di una mossa quindi dobbiamo sempre stare attenti a quante mosse richiede uno schema e quante ne abbiamo a disposizione nella nostra barra P.
Con le monete di gioco possiamo aumentare la dimensione massima della barra che si ricaricherà nel tempo consentendoci quindi un numero limitato di partite al giorno sopratutto se si sbagliano le mosse e si deve ricominciare uno schema.
Le monete sono ottenibili in due modi: completando degli obbiettivi presenti su ogni schema oppure completando gli allenamenti giornalieri proposti dalla professoressa.
Il problema? OGNI casella riempita ci costa una mossa e accorgersi di un errore a metà schema significa aver perso la metà delle mosse e se si aveva un numero di mosse disponibili esattamente pari a quelle necessarie per il completamento del livello bisognerà aspettare nuovamente delle ore oppure sborsare.
Non sarebbe stato meglio inserire un sistema a vite come succede sempre in questo tipo di giochi? Spesso ci siamo trovati a dover interrompere a metà un puzzle perché ci siamo accorti di un piccolo errore ma non avevamo mosse per potervici rimediare (in quanto ne avevamo solo il giusto).
Piuttosto frustrante non trovate?
Un vero peccato: si tratta di un difetto così grosso da spingerci a non voler consigliare Pokémon Picross a nessuno e ci dispiace poiché il titolo è davvero, davvero, divertente.
Ancora una volta il free-to-play si è rivelato una scelta sbagliata perché qualche euro per un titolo del genere lo avremo speso più che volentieri.