Recentemente, molto recentemente, Sony ci ha permesso di giocare con un po’ di anticipo al “nuovo” capitolo di God of War, ovvero una becera rimasterizzazione del terzo capitolo della saga.
Nonostante un mio primo disinteresse verso il titolo decisi comunque di portarlo a termine e di scriverne la recensione dando al lavoro anche un voto piuttosto positivo. (Qui potete leggere la recensione).
Giocare God of War III Remastered mi ha fatto però riflettere sul concetto stesso di remastered: cos’è e a cosa serve?
Citando wikipedia rimasterizzare un videogioco serve, più che altro, a portare un gioco vecchio nella modernità con un restyle completo sul lato tecnico: audio e video.
A cosa serve?
Riportare in vita vecchi classici, far riscoprire alla nuove generazioni titoli forse sconosciuti, insomma lo scopo di una remastered dovrebbe essere quello di far conoscere alcuni titoli che sulla carta sarebbero morti.
A questo nobile scopo oggigiorno se ne è affiancato un altro: fare soldi.
Posso spiegare questo processo prendendo in esempio due titoli di recente uscita: Majora’s Mask 3D e God of War III remastered.
Nel primo caso siamo di fronte ad una rimasterizzazione che ha come scopo quello di riportare alla luce un vecchio titolo giocabile altrimenti solo sul suo sistema originale (in questo caso il Nintendo 64 oppure tramite emulatori) mentre nel secondo caso ci troviamo dinnanzi ad un esempio del secondo tipo, fare soldi.
Non esito a definire la rimasterizzazione di God of War tre una porcata pazzesca sotto ogni punto di vista per il semplice fatto che questo titolo non ha portato niente: semplicemente è inutile.
Sia chiaro che l’avventura di Kratos è solo un pretesto per parlare dell’argomento e la uso come esempio per il semplice fatto che l’ho giocata da poco e quindi mi risulta più fresca anche se come questa ce ne sarebbero tante altre.
Risulta davvero necessario rimasterizzare un gioco del genere?
Decisamente no perché il target di utenza a cui è rivolto ha già vissuto i tempi in cui il titolo originale esisteva, insomma in questo caso di parla di circa cinque anni!
Risulta alquanto improbabile che in così poco tempo delle persone non abbiano potuto giocare, se interessante, il titolo e, nel caso questa cosa fosse successa, il problema sarebbe facilmente risolvibile dotando le moderne console di un sistema di retrocompatibilità che non preveda un nuovo acquisto su uno store virtuale dando così, effettivamente, la possibilità a chi ha acquistato, ad esempio, una PS4 di giocare anche i titoli per PS3.
Senza girarci troppo attorno una soluzione del genere porterebbe, chiaramente, meno introiti quindi una soluzione del genere è economicamente più appetibile.
Creare una rimasterizzazione di un titolo che non la necessita in nessun modo va a snaturare completamente il concetto stesso di remastered portando sul mercato una sovrabbondanza di titoli tutti uguali fra di loro.
Si esagera ovviamente, per fortuna sono ancora pochi gli esempi di titoli del genere anche se continuano ad aumentare…
Spesso mi ritrovo a scoprire qualche titolo molto vecchio con una voglia assurda di giocarlo e l’impossibilità di farlo in maniera “legale”.
Un esempio di ciò risale proprio a qualche giorno fa quando, rispolverando la mia scatola di floppy-disk, ho trovato Loom.
Loom è una delle mie avventure grafiche firmate Lucas Art preferite la quale è giocabile o possendento il floppy originale o… scaricandone una rom.
In questa generazione di computer i lettori floppy-disk sono spariti (salso sistemi esterni) oppure, come nel mio caso, la copia del dischetto è danneggiata…
Perché non ci sono remastered di titoli come questo salvo casi isolati e particolari come Grimm Fandango?
In fondo lo scopo di una remastered dovrebbe essere proprio questo no?