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Storie di ordinario Gaming – Ep.0 Il mio cinema videoludico

Storie di ordinario Gaming – Ep.0 Il mio cinema videoludico

Pixels è da poco uscito nelle sale e, di certo, qualunque videogiocatore sarà corso a vedere quale è stato il destino di tutti quei classici che hanno fatto la storia del videogioco all’interno di questa pellicola.

Tutto è nato quanto nel 2010 un ragazzo francese creò un cortometraggio in cui alcuni personaggi pixellosi attaccavano New York: nel 2015, e per la precisione in questi giorni, viene proiettato nelle sale il lungometraggio di Chris Columbus liberamente ispirato a questo corto.

Da grande appassionato di videogiochi (strano eh?) e da ragazzo che ha avuto modo di crescere, nonostante i suoi 22 anni, con molti dei classici che vengono citati all’interno del film non potevo non andare a vedere questa pellicola che, a modo suo, mi ha affascinato.

All’uscita dalla sala ho ripensato un po’ al mondo del cinema e dei videogiochi e ai film che nella mia vita ho visto a riguardo.

Ovviamente la visione di Pixels mi ha portato a fare un, ovvio, confronto con alcuni di questi film da un punto di vista prettamente videoludico.

Tralasciamo ora, per un attimo, regia, trama o recitazione… Cosa vorrebbe vedere un videogiocatore all’interno di una pellicola cinematografica che, dovrebbe, parlare proprio della sua passione più grande?

Probabilmente le stesse cose che vuole in un videogioco: divertimento, immedesimazione e intrattenimento.

Ovviamente vorrebbe anche vedere riprodotti, il più fedelmente possibile, i suoi videogiochi preferiti: in fondo è come guardare un film tratto da un libro no? Lo si paragonerà sempre al videogioco da cui è stato tratto..

Ma non sono qui per parlare di pellicole tratte da opere videoludiche quanto di quei film che vogliono parlare proprio di videogiochi in generale come possono essere Il piccolo grande mago dei videogames, Ralph Spaccatutto o l’ultimo arrivato, Pixels.

Tutti e tre hanno in comune una cosa: parlano di videogiochi, ognuno in maniera differente e tutti e tre hanno i loro difetti, alcuni più di altri.

il famoso "guanto magico"

il famoso “guanto magico”

Dovessi ripensare ai tempi in cui vidi per la prima volta Il piccolo grande mago dei videogames vi direi che mi piacque moltissimo ma d’altronde ero un bambino che per la prima volta vedere in televisione (ero troppo piccolo quando debuttò in sala) un film che parlava di un ragazzino, come me, con la passione dei videogiochi e che diventava il più bravo del mondo!

Insomma qualunque bambino avrebbe amato quel film: si parlava di una delle passioni di ogni bimbetto, c’erano i titoli più in voga all’epoca e il protagonista diventava il campione del mondo! Insomma il sogno che ognuno di noi covava dentro era li sotto i nostri occhi…

Tralasciando il doppiaggio italiano da dimenticare in cui quello che era universalmente conosciuto come Double Dragon nel film diventava il Doppio Drago anche se da bambino mi era bastato vederlo giocare per capire di che gioco si trattasse.

Rivendendo la pellicola da adulto mi accorgo che in fondo non si stratta che di una mera pubblicità per il Power Glove di Nintendo e per Super Mario Bros 3 (del quale il film rivela anche un segreto carino che personalmente ho scoperto proprio grazie alla pellicola).

Insomma un film che, se non avessi troppi ricordi legati a lui, lascerei perdere senza pensarci troppo: di videogiochi alla fine se ne parla poco e sono solo un pretesto per portare avanti una storiella banale e una pubblicità (anche se quella è parecchio riuscita).

ralph spaccauttto

Ralph Spaccatutto è più recente: visto il trailer per la prima volta ricordo che iniziai a urlare di gioia.

Amo la Disney e quello che vedevo in quel trailer era fantastico: una congrega di cattivi che fanno terapia di gruppo, Qbert, e un intero mondo all’interno dei cabinati in cui tutti i personaggi si incontrano, si conoscono, vivono.

All’uscita dalla sala l’entusiasmo è calato: era un classico film Disney con una trama banalotta e che si è basato su citazionismo spicciolo e sull’acquisto di qualche diritto da varie software house per introdurre comparse famose per qualche secondo così per invogliare più persone ad andare a vedere la pellicola.

Paradossalmente se non fosse stato pubblicizzato in quel modo avrei apprezzato Ralph Molto di più perché alla fine è un film tecnicamente ad un livello altissimo e con dei personaggi anche parecchio riusciti, purtroppo sono entrato in sala aspettandomi altro e ne sono uscito deluso.

Poi c’è Pixels e con lui le cose cambiano.

pixels 1

La trama sembra quasi essere il pretesto per mostrare dei classici videoludici che per molti sono entrati nel dimenticatoio.

Pubblicizzarlo con Pac-man (puntando tanto su di lui) è stata una mossa vincente: tutti conoscono Pac-Man ma non tutti conoscono le origini di Donkey Kong o Centipede o Space Invaders e tutta l’altra marea di titoli che vengono citati all’interno della pellicola.

Pixels è esattamente quello che un videogiocatore vorrebbe vedere da una pellicola dedicata ai videogiochi: essi stessi diventano parte della realtà.

Videogiocare immersi nella realtà di tutti i giorni, colpire i centipiedi di Centipede all’interno di un parco di Londra, osservare le piattaforme di Arkanoid distruggere un’opera d’arte indiana o vedere i cubetti di tetris incastrarsi con i palazzi per farli crlollare.

In Pixels tutto sembra essere coerente con se stesso e con il mondo dal quale provengono gli elementi che porta sullo schermo anche se, su questo punto ci sarebbe da ridire visto il finale ma voglio evitare spoiler.

Insomma tutto questo discorso per dire che effettivamente basta poco per riuscire a tirare su un prodotto del genere: sarà stupido, sarà banale e poco profondo ma riesce nel suo intento.

E poi magari, all’uscita dalla sala, qualche bimbetto si sarà chiesto da dove arrivavano certi videogiochi e avrà scoperto un mondo che nemmeno sapeva esistere…

Lettore, scrittore, videogiocatore accanito...Vivo troppo nel passato videoludico per potermi godere a pieno il presente. Indie Game supporter. Poeta maledetto dalla nascita.