INTRODUZIONE
Questo episodio della rubrica è molto particolare, perchè nato tramite una particolare lavoro di squadra tra me e NeroWolf, entambi appassionati del gioco e, soprattutto, affascinati dalla figura di Artorias.
Questo cavaliere ha infatti tutti i requisiti per essere un ottimo personaggio, un eroe che si sposa alla perfezione con il cupo universo di Dark Souls vista la sua storia travagliata.
Non a caso dunque è stato scelto come uno dei simboli principali del videogioco e successivamente del DLC “Prepare to Die”. Visto appunto l’intensità e l’impegno con cui il personaggio è stato trattato da entrambe le parti ho deciso di lasciare uno scritto fedele alle parole del video che potrete godervi alla fine.
Per il resto buona lettura e buona visione!
STORIA DEL PERSONAGGIO
Lord Gwyn aveva al suo fianco 4 fidati cavalieri: Ornstein l’ammazzadraghi, che si pensa fosse il capitano degli altri 3 guerrieri, Ciaran Le lame del lord, appartenente al gruppo degli assassini, , Hawkeye Gough, leader degli arceri, e Artorias the Abyss Walker, un valoroso cavaliere, l’unico mortale capace di attraversare l’abisso.
Ogni cavaliere possedeva un anello particolare donato da Gwyn in persona: Artorias aveva l’anello del lupo, Ornstein l’anello del leone, Ciaran del calabrone e Gough del falco… simboli delle loro rappresentazioni animalesche…
Artorias, probabilmente il più valoroso dei quattro, era abilissimo nei combattimenti; egli imbracciava nella mano sinistra un enorme spadone, che un mortale qualunque avrebbe impugnato a fatica con entrambe le mani e nella mano destra brandiva un potente scudo incantato. Il cavaliere veniva visto da molti come un Semi-Dio, e il suo spadone infatti era avvolto da un enorme potere nascosto, un potere che un qualsiasi umano non sarebbe mai riuscito a gestire.
Tale potere Artorias decise di sfruttarlo per dare la caccia ai servi dell’oscurità, egli provava infatti un odio incontrollabile per creature simili, come i darkwraith ad esempio.
Si suppone che fosse per questo motivo che a new Londo, luogo a stretto contatto con l’abisso, Artorias strinse un patto con le creature che vi risiedevano, un covenant che gli permetteva di attraversare l’abisso, in modo da andare a sconfiggere i wraith direttamente in casa loro.
Gli venne quindi donato un anello, all’interno del quale permeava la protezione che gli avrebbe permesso di non venir risucchiato dall’oscurità: senza l’anello infatti non sarebbe possibile camminare nell’abisso. Il prezzo del covenant si riflettè sullo spadone di Artorias, che cominciò a corrompersi, a poco a poco.
Più il cavaliere si addentrava nelle profondità dell’abisso, sconfiggendo le sue creature, più la sua arma si corrompeva… impregnandosi dell’oscurità.
Sif, il lupo grigio, fedele compagno del cavaliere, era con lui nel momento della sua disfatta: Artorias, l’eroe che tutti idolatravano aveva fallito nel respingere la fenditura dell’abisso e tutte le sue creature.
Manus, il padre dell’abisso, minacciava di inghiottire tutta Oolacile: I suoi abitanti vennero contaminati dalla sua influenza, portandoli alla pazzia, trasformandoli in orribili creature.
Artorias allora si fiondò nell’oscurità ancora una volta, nel tentativo di salvare la principessa Dusk di Oolacile.
Insieme a Sif il cavaliere tentò di raggiungere le profondità più remote dell’abisso ma dopo un po’ non riuscì più a reggere la corruzione: non si sa come, ma in quel momento Artorias non possedeva il suo pendente d’argento, un altro artefatto la cui funzione protettiva gli consentiva di resistere più allungo nell’abisso. Forse l’aveva perduto, oppure gli era stato sottratto ma rimane comunque il dubbio se fu la mancanza del pendente o meno far corrompere Artorias: probabilmente non ce la faceva più e basta, aveva raggiunto un limite di sopportazione che persino l’anello del suo patto non poteva controllare.
Come ho detto prima era con Sif, quando il cavaliere sentì di non poter più andare avanti. L’oscurità stava per inghiottirli entrambi: in quel momento il cavaliere prese il suo scudo e con tutte le sue forze innalzò una barriera magica che difese Sif dalla corruzione, la quale però, invece, si prese lui.
Artorias cadde lì, non morì effettivamente, la sua anima era divenuta corrotta, era stato contaminato dall’abisso: aveva perso il senno, e con esso, anche il suo braccio sinistro.
Ed è qui che entriamo in gioco noi, il Chosen Undead: Uccidendo artorias e sconfiggendo Manus riusciamo infatti a compiere due azioni importantissime.
- la prima è la definitiva uccisione di un Artorias corrotto dall’Abisso e desideroso di anime
- la seconda, ben più importante, è l’aver sconfitto il potente Manus, salvando la principessa Dusk
Nessuno è mai entrato nell’Abisso, e di conseguenza tutti, compresa la stessa Dusk, finiscono col credere che a sconfiggere quella terribile minaccia sia stato il valoroso Artorias, il quale ha quindi mantenuto alto il suo valore.
Per lui viene infatti creata una tomba all’interno della foresta, alla cui guardia ci sarà Sif, il grande lupo grigio che non ha mai dimenticato ciò che fece Artorias tanto tempo prima..
CARATTERIZZAZIONE DEL PERSONAGGIO
Purtroppo nel gioco non incontriamo mai un Artorias sano, non ancora corrotto dall’Abisso, e di fatto abbiamo ben pochi riferimenti per capire come From Software ha strutturato il carattere del cavaliere.
L’unico punto su cui possiamo ragionare è sicuramente il suo valore: non importa le difficoltà che deve affrontare, Artorias accetta tutto negli interessi di Gwyn e della sua terra che, in quanto Cavaliere, deve proteggere. Questo suo impegno costante è sottolineato proprio dal fatto che, pur facendo parte dei Quattro Cavalieri, egli è stato l’unico a non temere l’Abisso fin da subito, ed è stato anche l’unico a cercare di affrontarlo.
L’unico altro elemento, molto importante, è il sacrificio di artorias nei confronti di Sif, un’azione dalla quale possiamo ipotizzare un’affezione verso chi gli sta vicino: potremmo parlare di lealtà, o disponibilità ad aiutare il prossimo, non lo sappiamo con certezza. Ma Artorias nel momento più buio sa di poter fare poco per fermare l’avanzata dell’Abisso e accorgendosi della sua debolezza, decide di sacrificare la sua vita creando in tempo una barriera magica in grado di permettere al Lupo Grigio di fuggire senza rischiare la vita.
Nonostante il suo innegabile valore in vita il giocatore si troverà di fronte a un’immagine corrotta e distorta di Artorias, il quale si presenta completamente risucchiato dall’abisso: non più un fiero combattente la sua armatura è corrotta, il suo braccio sinistro è inutilizzabile e un’inquietante aura nera lo avvolge.
Eppure nell’introduzione sta ancora cercando di compiere il suo lavoro, visto che viene trovato intento ad uccidere uno dei mostri che popolano Oolacile, ma ci accorgiamo che non c’è ombra di un combattente valoroso, ma solo di una bestia assetata di anime.
Del vecchio Artorias è dunque rimasto ben poco e subito si può comprendere quanto il Cavaliere possa essere pericoloso: in quel frangente egli è costretto ad usare il braccio destro per brandire il suo spadone, ormai completamente corrotto ma riesce comunque a manovrarlo come se fosse un giocattolo.
Quel braccio sacrificato per salvare Sif infatti rimane penzoloni per tutto il combattimento, instillando nel giocatore il continuo pensiero di quanto il cavaliere potesse essere effettivamente abile in vita: è risaputo che Artorias fosse mancino; immaginate quindi se avesse a sua disposizione il braccio buono, unito magari allo scudo.
CURIOSITA’
È parecchio difficile cercare di differenziare i punti chiave di questo episodio, parlare di caratterizzazione di un personaggio così poco definito lascia poco spazio ad analisi accurate ho unito quindi la caratterizzazione al rapporto con il giocatore, creando un unica sezione.
Artorias è un boss del resto, uno dei tanti all’interno di Dark Souls: inizia e finisce lì, non c’è tanto da girarci intorno anche perché si finirebbe per sminuire la sua trama.
Ci sono alcune cose da chiarire però, sia perché le trovo particolarmente interessanti, sia perché non voglio creare discrepanze all’interno di questo video..
Con la sconfittà di manus l’abisso non viene distrutto, quel luogo infatti rimane e continua ad alimentarsi.. Nel momento in cui scendiamo nell’abisso, negli avvenimenti del dlc, non abbiamo bisogno dell’anello di Artorias perché in quel momento l’abisso è ancora, diciamo, piccolo, o oserei dire giovane… esso deve ancora espandersi..
Differentemente invece dall’abisso negli eventi standard del gioco, dove per entrarvici è appunto richiesto l’anello di artorias, gelosamente custodito da Sif..
Questo fatto dell’anello è molto interessante se ci pensate: nel momento in cui Artorias sapeva che stava per essere corrotto dall’abisso, si pensa che lasciò il suo anello a Sif, così da sperare in un altro valoroso guerriero che avrebbe portato a termine il suo compito.
Il braccio con cui Artorias ha difeso Sif.. Se egli era mancino, vuol dire impugnava lo scudo con la destra e lo spadone nella sinistra. Ma se nel momento in cui ha difeso Sif, innalzando la barriera con lo scudo magico, il braccio ad essersi rotto è stato proprio il sinistro, vuol dire che in quel momento il cavaliere ha impugnato lo scudo nel braccio buono, per poter con tutte le forze attutire l’oscurità che si stava riversando sul suo compagno.
Come dice Sabaku, è proprio vero che il tempo a Lordran è distorto.. L’apparizione di Dusk infatti non è altro che un riflesso generato da una distorsione temporale.. la stessa che usiamo per poter giungere ad Oolacile tre secoli prima circa.
Si pensa che Ciaran, anche lei cavaliere di Gwyn, avesse una relazione romantica con Artorias: se ci fate caso infatti, c’è anche lei che veglia sulla tomba del cavaliere, fino a che non sopraggiunge la morte. Nello scheletro che troviamo dietro la tomba di artorias troviamo l’anello del calabrone infatti, quello donato da Gwyn a Ciaran
Ho voluto introdurre a tutti i costi il personaggio di Marvelous Chester, che personalmente adoro. Egli ha poco a che fare con Artorias, anche lui è come noi un viaggiatore che è giunto lì da un altro tempo, probabilmente anche più futuro del nostro.. Ma il suo concept, diretto riferimento a Bloodborne, è un qualcosa che mi ha interessato tantissimo..
Non sappiamo se Chester abbia combattuto o meno con Artorias, a me piace ipotizzare che abbia provato a duellarci, senza però uscirne vittorioso, ma neanche sconfitto.
Il design di artorias può essere basato sul personaggio di Guts, protagonista principale del manga Berserk.. ci sono diverse somiglianze tra i due.
Nel gioco ci sono 3 spadoni di artorias: quello originale, quello corrotto dall’abisso e quello infine completamente distrutto e consumato dall’oscurità…. nel video ho preferito usare quest’ultimo.
Infine, le frasi di Artorias che avete sentito nel montage introduttivo, non sono presenti in gioco.. sono state rimosse nella versione finale di quest’ultimo. Si suppone che il cavaliere le dica nel momento in cui appare davanti al giocatore, mentre combatte e quando viene sconfitto.
CONCLUSIONE
Sicuramente Dark Souls è un gioco dala trama davvero complessa, che proprio grazie al suo alone di mistero ha saputo interessare milioni di fan in tutto il mondo, i quali tutt’oggi dibattono tra loro in cerca di risposte che non sono state trovate.
Artorias è solamente una delle tante storie che il gioco ci racconta, eppure allo stesso tempo si può comprendere come sia una delle leggende e delle figure più importanti, almeno secondo il mio parere, all’interno di Lordran: lui è un eroe che è stato sconfitto, a cui è stato attribuita un’azione che non ha compiuto.
Eppure sappiamo che è forte e per questo non ci sentiamo di biasimarlo per le sue azioni, bensì di lodarlo, perchè alla fin fine lui è una delle più grandi fonti di speranza per la popolazione del posto, per chi, ancora, crede di poter sopravvivere e che un giorno l’oscurità che aleggia verrà definitivamente sconfitta.
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