Sebastian Castellanos è il protagonista di “The Evil Within”, survival horror recentemente pubblicato da Bethesda, e sicuramente è stato tratteggiato in modo tale da avere un carattere davvero efficace, in modo di fare ciò che ogni protagonista di un survival horror nello stile di The Evil Within dovrebbe fare: amplificare la sensazione di paura dell’ambiente circostante facendo immedesimare il giocatore nel personaggio.
La vita del personaggio
Prima delle vicende di The Evil Within sappiamo davvero poco del nostro protagonista, se non degli spezzoni di vita riguardanti il suo lavoro e le sue tragiche vicende familiari. Sebastian Castellanos infatti è un uomo che ha velocemente scalato i ranghi della polizia di Krimson City, fino a quando, una volta diventato detective, non ha trovato l’amore della sua vita, decidendo di mettere su famiglia.
Eppure tutte le cose belle hanno una fine dice un detto, e in poco tempo la vita del detective diventa un inferno: la figlia sembra essere morta in un incendio e, come se non bastasse, la moglie finisce per scomparire in circostanze misteriose proprio durante le indagini su questa tragedia. La reazione di Sebastian è tra le peggiori: solo e disperato decide di attaccarsi alla bottiglia, inimicandosi l’intero KCPD ( a parte Joseph, il suo collega), che inizierà a indagarlo per la scomparsa di sua moglie.
Ed è proprio in questa situazione che lui e il suo team vengono mandati a indagare su una serie di omicidi avvenuti dentro al manicomio di Krimson City, luogo che darà inizio a tutti gli eventi della trama del videogioco: in effetti perchè non mandare a compiere un’operazione pericolosa un uomo che, all’interno del dipartimento, si è rivelato scomodo nonostante tutti i meriti passati?
In pochi attimi il nostro eroe si ritrova catapultato, senza saperlo, all’interno della mente di Ruvik, perfido essere che vuole unicamente la morte delle sue vittime e che è in grado di avere un controllo quasi totale dell’ambiente circostante.
Sebastian decide dunque di affrontare l’orrore, cercando di scoprire la verità che lo circonda e, contemporaneamente, sopravvivere in modo tale da ritornare nel mondo reale: alla fine il protagonista riuscirà ad essere uno dei pochi sopravvissuti, anche se è ovvio dagli spezzoni finale che la storia non si è ancora conclusa.
Caratterizzazione
Sebastian è stato uno dei più giovani membri del KCPD ad arrivare al rango di detective, e di certo i pregi del suo carattere che gli hanno permesso di raggiungere tale traguardo sono utili lungo tutto il gioco: sangue freddo e capacità di prendere decisioni importanti anche sotto pressione sono capacità che ogni detective deve avere, ma uno in grado di scalare velocemente i ranghi di un dipartimento di polizia deve avere anche altre qualità, come dedizione al lavoro, adattabilità e acume.
Queste sue caratteristiche le vediamo spesso in azione soprattutto durante le operazioni stealth all’interno del gioco, durante le quali Sebastian dovrà sapersi muovere silenziosamente ed eliminare i propri avversari, spesso sfruttando le trappole che loro stessi hanno disseminato in cerca di prede.
Inoltre la sua capacità di controllo lo porta ad avere sempre una grande lucidità, elemento essenziale per non soccombere al continuo sforzo mentale indotto da Ruvik, per colpa del quale il detective Castellanos rischierà, lungo tutta la durata del gioco, di trasformarsi in un mostro alla pari di quelli con cui ha a che fare nel corso della sua avventura.
Ma essere un abile e promettente poliziotto ha anche i suoi difetti, soprattutto quando accade una tragedia famigliare come quella di Sebastian: solo e disperato si è ben presto abituato a fidarsi principalmente al suo istinto, mezzo di sopravvivenza principale dell’uomo, ma anche elemento in grado di minare le capacità riflessive tipiche di un detective; proprio questo ci farà sentire come se fossimo pedine di un gioco oscuro, molto più grande di noi, nel quale annasperemo in cerca di preziosi indizi nel corso di tutta la partita.
Per fortuna spesso troveremo Joseph, il nostro partner nonchè unico membro del dipartimento a rispettare il protagonista della storia: anche lui non è stato creato a caso, pronto a colmare i difetti di Sebastian risultando molto più riflessivo e attento ai particolari, un carattere forse più debole ma comunque necessario per il corretto proseguimento della trama.
Ma il vero punto debole del nostro protagonista è forse la scarsa preparazione atletica, visto e considerato che se gli allenamenti per entrare al KCPD sono ormai lontani, la sua esperienza di alcolismo e distacco dal lavoro non gli hanno certo giovato: proprio tramite questo abbiamo un uomo che fa fatica a sopravvivere in un mondo dove qualunque cosa tenta di ucciderti, visto che da una parte Sebastian non è in grado di combattere corpo a corpo(l’unico attacco disponibile è un pugno che come risultato avrà quello di allontanare il nemico) e dall’altra non ha nemmeno una grandissima mira dalla distanza (con alcune armi risulterà difficoltoso avere una certa precisione, anche se avrete aumentato la statistica della mira al massimo).
L’istinto di Sebastian ha inoltre il ruolo di impedire al detective di accettare la misteriosa morte della sua famiglia: proprio questo lo porta ad affrontare i pericoli non solo per scoprire cosa gli è successo, ma anche per avere la possibilità di ritornare alla vita reale e indagare su quel che è successo davvero a sua moglie e a sua figlia.
E la loro morte, unita allo spirito di un buon poliziotto, lo spinge anche a non accettare la morte di altre persone, sia che siano amici che perfetti sconosciuti: non di rado capiterà di lanciarsi al salvataggio del debole Leslie o della misteriosa Kidman, senza contare l’enorme spirito di squadra tra lui e Joseph.
Il personaggio e il giocatore
Come già accennato all’inizio di questo articolo, Sebastian non è esattamente il personaggio tipo che ci si aspetta di trovare all’interno di un survival horror: non è tanto l’idea del poliziotto, ma con che connotati questo poliziotto è stato creato, più adatto a un’avventura noir che a una situazione da film horror.
Eppure il personaggio è azzeccatissimo, proprio grazie al fatto che, rispetto adaltri personaggi tipici, è estremamente più umano: non fa parte di unità speciali, non ha una bella vita fuori dalla spaventevole avventura in cui è capitato e, soprattutto, non è minimamente addestrato ad affrontare situazioni di tale portata.
Questo permette di instaurare una certa empatia tra giocatore e personaggio, un’empatia che permette di enfatizzare incredibilmente tutto ciò che si para di fronte ai nostri occhi poichè, diciamolo chiaramente, sentirsi nei panni di un personaggio rende tutto estremamente più realistico. Nonstante tutto però non chiuderemo il gioco visto che, per come è fatto il personaggio, sappiamo benissimo che ha delle possibilità di sopravvivenza seppur poche, alimentando da una parte l’interesse a vedere Sebastian arrivare alla fine della storia vivo, dall’altro la curiosità nel vedere come queste possibilità verranno sfruttate.
Conclusione
Sebastian riesce a fare alla perfezione quello che ci si aspetta all’interno di un survival horror: diventare un potente amplificatore di tutto il terrore che si respira nel gioco.
Non mi fraintendete, anche senza contare i personaggi The Evil Within è in grado di offrire scenari davvero spaventosi, eppure la presenza di un protagonista con la caratterizzazione di Sebastian, in grado di farti immedesimare così bene in lui, fa in modo che tutta la vicenda venga vissuta con un occhio più interessato, come se dentro allo schermo ci fossimo noi, non un semplice cumulo di pixel.
E questo senza che ce ne accorgiamo modifica la nostra percezione del gioco: se il mio protagonista non è un cumulo di pixel allora non lo sono nemmeno tutte quelle immagini cruente che vengono presentate, le quali diventano automaticamente più spaventose. Ma proprio di fronte a questo immenso punto di forza le leggerezze che circondano il nostro personaggio, principalmente riguardanti i combattimenti, risultano essere solo un marginale errore , magari dovuto alla fretta e alla paura che colpirebbe inevitabilmente anche il più coraggioso tra gli uomini.
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