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Characterization #02: Barry Burton

Characterization #02: Barry Burton

Quest’anno è uscito nei negozi Resident Evil Revelations 2, spin-off che ha sfruttato come protagonista Barry Burton, uno dei pochi sopravvissuti all’incidente avvenuto a villa Spencer nel primo capitolo della saga.

La scelta attuata da Capcom è stata sicuramente azzeccata per due motivi: Barry è sempre stato un personaggio amato nonostante le sue sporadiche apparizioni ( a parte RE 1 è stato protagonista di un poco fortunato titolo per Gameboy e personaggio giocabile nella modalità Mercenari in RE 5) e dunque in grado di attirare alcuni fan, inoltre ha sempre avuto una caratterizzazione che se poco si sposava con i primi titoli del survival horror, con gli sviluppi del gameplay è diventato perfetto per rientrare nell’universo Resident Evil da protagonista. Vi state chiedendo come mai? Adesso ve ne darò le prove.

Barrygun

Storia

La vita di Barry, da quel che si può scoprire nei giochi, tratta di un uomo che si è creato una pacifica vita di famiglia e che ha raggiunto i ranghi più alti della polizia di Raccoon City una volta entrato nella famosa squadra S.T.A.R.S. come esperto d’armi.

Una volta all’interno della squadra si guadagna la fiducia di tutti gli appartenenti, ma con alcuni in particolare trova un rapporto speciale: in primis Jill Valentine, recluta verso la quale Barry si sente molto la figura paterna che ama essere; non di rado cerca di aiutarla e darle consigli.

Oltre a lei troviamo Chris Redfield, con il quale manterrà sempre un rapporto di amicizia, seguendolo in futuro nella sezione B.S.A.A., squadra nata per estirpare la minaccia del bioterrorismo.

Infine abbiamo la triste figura di Albert Wesker, con il quale l’uomo entra realmente in contatto poco prima egli eventi del primo gioco: Albert è infatti in contatto con la Umbrella, e sa benissimo che le peculiarità di Barry (essere esperto d’armi comporta un armamento più pesante rispetto al resto della squadra) possono mettere in difficoltà degli zombie che, a conti fatti, sono ancora imperfetti e in fase di sviluppo.

 

STARS team

Il nostro eroe riceve dunque una chiamata improvvisa, nella quale gli viene intimato di agire contro il bene del suo team e di rendere conto solo a Wesker, pena la morte di tutta la sua famiglia.

Barry non esita, la parte più importante della sua vita sono sua moglie e le sue figlie, e accetta la proposta di Wesker, pur tentando di aiutare in tutti i modi i suoi compagni all’interno della villa, senza incappare nell’ira del suo acerrimo nemico.

Una volta svelato il tradimento però l’integrità morale del personaggio lo obbliga a non scendere più a patti e a tentare di salvare la vita a Jill Valentine, ribellandosi al perfido Wesker: il risultato è sicuramente positivo e proprio grazie alle sue azioni i protagonisti di Resident Evil riescono a mettersi in fuga.

Da qui a Revelations si sa poco, se non che, dopo aver aiutato nell’evacuazione di Raccoon City, Barry ha continuato a seguire il suo amico Chris Redfield diventando parte della B.S.A.A. e che ha proseguito nel prendersi amorevolmente cura della sua famiglia. Un’uscita di scena di tutto rispetto per un uomo che, alla fine, ha saputo ribellarsi al suo destino di cattivo ma che, proprio per questa sua ferma posizione morale, non ha potuto rimanere lontano dalle trame della Capcom per sempre.

Ed è proprio per questo che in RE Revelations 2 Moira Burton, giovane e complessata teenager viene rapita da un’organizzazione affine alla Umbrella. Barry in questi anni ha cambiato carattere, pur mantenendo i suoi punti principali: problemi con Moira lo hanno messo in difficoltà in quanto padre, ma il suo amore nei confronti della figlia è rimasto sicuramente lo stesso, tanto da indurlo a lanciarsi in cerca di lei, rifiutando la possibilità che la sua bambina sia morta.

Gli eventi gli impongono di vagare in un’isola piena di non morti con l’aiuto di una bimba di nome Natalia, la quale non solo sembra conoscere il posto ma anche Moira: inutile dire quanto la presenza di una bimba diventi un’occasione di introspezione per il protagonista, la quale troverà il suo completamento a seconda del finale del gioco, padre di famiglia da una parte, uomo sconfitto e senza più speranze dall’altra.

BarryMoira

La caratterizzazione

Quando è nato Barry era stato concettualmente pensato come spalla in grado di rendere “facile” l’avventura di Resident Evil e per farlo Capcom ha scelto una caratteristica fondamentale: dare a un personaggio dal cuore d’oro una sfrenata passione per le armi di grosso calibro, unita alla capacità di infondere tranquillità e sicurezza a chiunque gli chieda una mano.

Grazie a questo è normali che si attacchi moltissimo ai suoi colleghi di lavoro, e ancor più a una recluta come Jill Valentine, per la quale cerca di essere sempre un importante punto di riferimento: nel gioco non solo le dona un piede di porco per aggirarsi dentro a villa Spencer con più facilità, ma cerca anche di soccorrerla nei momenti di maggiore tensione, dove la situazione sembra essere impossibile da superare.

Addetto alle armi pesanti della squadra Barry ha l’abitudine di girare con una pistola modificata in grado di sparare proiettili più potenti, ma il vero fiore all’occhiello è la sua fidata Phyton, per la quale ha un amore smisurato: non importa la gravità della situazione, lui ha sempre con sé la sua magnum, misura ultima per risolvere ogni problema.

BarryPython

Eppure questo amore smisurato mostra un altro lato del carattere, ossia la risolutezza nel compiere le sue scelte, in modo tale da poterle perseguire fino al limite delle sue possibilità: da una parte l’ amore per le armi e la giustizia lo portano a diventare uno dei migliori nella squadra S.T.A.R.S. ( e in seguito a decidere di non abbandonare la lotta contro il bioterrorismo nonostante villa Spencer), dall’altro riesce nell’intento,abbastanza raro tra i personaggi di Resident Evil, di costruirsi una famiglia con tanto di due figlie, persone per le quali è in grado di mettere in dubbio la sua onestà, il suo lavoro e la sua stessa vita.

Altro elemento rilevante è appunto la sua onestà imperante: non importa la decisione che prende, se essa è qualcosa che va a contrastare la sua morale non riesce ad accettarla e finisce ineluttabilmente per rifiutarla, non importa se rischia di perdere qualcosa di importante: da qui la decisione di abbandonare Wesker in favore di Jill e Chris, pur sapendo che i suoi parenti sono in pericolo di vita.

Barry_Jill

Proprio questa decisione rappresenta la sua evoluzione principale in Resident Evil, evoluzione che viene però abilmente ripresa in Revelations 2, dove Barry non ci viene più presentato come un uomo potente e sicuro di sè, in grado di accompagnarci in un’avventura dell’orrore.

È un uomo disperato, investito da un macigno psicologico non indifferente: la sua passione per le armi ha infatti, per errore, avvicinato la figlia Moira a una pistola, con la quale ha ferito la seconda figlia del buon uomo.

Di fronte a questa gravissima svista Burton si è visto crollare addosso il mondo: è stato tradito dal suo hobby preferito e, contemporaneamente, ha perso l’amore della sua figlia più grande, che ovviamente lo incolpa per l’accaduto (non temete,la sorella più piccola è sopravvissuta all’incidente).

Eppure ancora una volta il suo amore per la famiglia lo induce a prendere le armi e fiondarsi in una missione quasi impossibile, nel tentativo di salvare da una parte la figlia, dall’altra quello che rimane del suo ruolo di padre.

Elemento che gli permette di maturare è sicuramente la piccola Natalia, bambina apparentemente innocua che sembra conoscere tutto dell’isola: proprio nel prendersi cura di lei come se fosse un padre Barry riacquista lentamente lo smalto di un tempo, accorgendosi contemporaneamente di quanto Moira sia in realtà importante per lui, tanto da essere il fulcro di ogni sua azione: non solo si è fiondato da solo su un’isola infestata dagli zombie, ma è anche vero che nella permanenza il suo unico pensiero è quello di trovare una ragazzina che chiunque darebbe per spacciato.

Barry_Natasha

Trovato finalmente il perdono di Moira e messe le due ragazze al sicuro Barry ritorna l’uomo appartenente a una squadra d’elite di un tempo: e non c’è nulla che possa fermare un membro della famiglia Burton arrabbiato, deciso a combattere ed armato di una magnum, nemmeno se si tratta della più terribile minaccia del mondo; con l’aiuto di Claire Redfield riuscirà a distruggere ciò che rimane della famiglia Wesker, eliminando l’ultima esponente nonché sorella di Albert, l’uomo che al tempo lo aveva ingannato costringendolo a compiere azioni terribili.

Il personaggio e il giocatore

In questa sezione bisogna fare due differenziazioni, ossia ciò che bisogna provare nel vedere Barry Burton come spalla in RE e ciò che si sente nel comandarlo in Revelations 2. Per capire appieno i personaggio nel primo gioco è sicuramente necessario giocare nella modalità facile, ossia nei panni di Jill Valentine.

Proprio qui è lui il nostro punto di riferimento, ci dona infatti il piede di porco e in numerosi punti dell’avventura non esita a soccorrerci, facendo lentamente capire come faccia teoricamente parte degli antagonisti del gioco: eppure ogni suo intervento in nostro aiuto ci fa riflettere sul carattere, non da malvagio, del membro S.T.A.R.S., facendoci sperare che non sia davvero un traditore e, eventualmente, facendoci decidere di risparmiarlo durante il gioco una volta scoperta la sua tragica storia e viste le sue azioni finali atte a salvarci la vita ancora una volta.

 

Ma il vero capolavoro lo abbiamo in Revelations 2, dove gli sviluppatori sono riusciti a rendere il personaggio un uomo in grado di reggere con facilità il ruolo di protagonista, dandogli quelle caratteristiche utili a permettergli una maturazione continua e, di pari passo, la capacità di far immedesimare più facilmente il giocatore nei panni di un uomo che è più un padre che un combattente addestrato.

Nell’ avventura di Barry ci troviamo sull’isola sperduta armati fino ai denti, con tanto di Magnum, pistola modificata e mitragliatore carico: di fronte a una tale scelta non si può non sentirsi onnipotenti, soprattutto dopo che si è giocato il capitolo con Claire e Moira protagoniste, dove era proprio la mancanza di armi potenti a rendere tutta l’avventura complicata da superare. Eppure ben presto i mostri che ci compaiono davanti vanno a mostrare la debolezza del protagonista, visto che per sfruttare appieno la potenza di fuoco essi sono stati strutturati per essere affrontati con astuzia ( e ovviamente l’aiuto di Natalia).

Barry_RER2

Proprio questo senso di improvvisa e sempre maggiore impotenza che deve investire il giocatore ci permette di comprendere la disperazione del personaggio e il suo stato emotivo: come per i mostri anche la sua vita familiare funziona così, visto che avrebbe tutte le “armi” per potersi riavvicinare al cuore della figlia, eppure non ha la più pallida idea di come farlo tramite un metodo efficace.

Ma nonostante i problemi che gli si parano di fronte il giocatore deve proseguire nell’avventura, con l’unico obbiettivo di ritrovare la figlia perduta e portarla in salvo il prima possibile, cosa che spinge il giocatore ad un bisogno sempre maggiore di velocizzare i propri movimenti in una ricerca assidua e ansiogena, fattore che viene sicuramente sfruttato alla perfezione visto che più volte nei panni di Barry siamo costretti a doverci muovere lentamente, chiedendoci di continuo se Moira in quel lasso di tempo(da una campagna all’altra sono comunque passati sei mesi) è sopravvissuta.

Altra sensazione che si dovrebbe sentire è l’affezione sempre maggiore nei confronti della bimba che ci accompagna, obbiettivo raggiunto dal particolare sistema di gioco attuato per il titolo: senza Natalia la partita è perduta, ma non la si può lasciare da qualche parte al sicuro perchè proprio lei è la chiave per una facile vittoria sugli avversari; grazie a questa dinamica possiamo sentire sulla nostra pelle il bisogno di mantenere la ragazzina in vita, come vorrebbe farlo Barry per far rinsavire il suo orgoglio di padre ferito e il suo codice da poliziotto secondo cui un innocente non può essere abbandonato al suo destino.

Barry_Natasha2

Infine è possibile, per chiunque abbia giocato anche a RE 1, un forte senso di vendetta nei confronti del cattivo di turno, Alex Wesker: vendetta per tutto ciò che la famiglia Wesker ha fatto nei confronti della famiglia Burton, vendetta che sfocia in un feroce odio che sentiamo in ogni momento; un odio che però evolve, visto che dapprima è solo un moto di repulsione non appena scopre che c’è una Wesker dietro agli esperimenti, ma che ben presto diventa un risoluto desiderio di chiudere una questione lasciata in sospeso per sempre.

E questo lo vediamo alla fine, quando le parole di Barry alla figlia esprimono tutto ciò che stiamo provando: Moira è e sarà sempre importante, ma contro Alex basta un colpo di Python, stavolta non si scappa.

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Conclusione

Scegliere Barry come nuovo protagonista di un Resident Evil è stata sicuramente una scelta azzeccata; se la sua passione per le armi lo aveva relegato al ruolo di spalla di Jill nella sua prima apparizione il problema al riguardo si è in parte risolto nel momento in cui la saga si è spostata verso una componente più action che survival horror, permettendo di rendere quello che era un difetto qualcosa da sfruttare in un gameplay anche particolare.

Insomma un personaggio che negli anni non solo è diventato inseribile nella saga, ma che con qualche ritocco è riuscito a diventare un protagonista perfetto, distaccato di molto da altri pari come Chris e Leon.

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Giocatore ossessivo-compulsivo per quanto le mie tasche me lo permettano. Adoro i giochi open world e tutto ciò in cui si spara, ma non disdegno i gdr ed i giochi d’azione. Da agosto 2015 non fa più parte della redazione di STGames.it