In questi giorni, l’attenzione dell’opinione pubblica è rimasta fissa sul drammatico attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo, un argomento molto delicato e che non pensavamo d’affrontare sulle pagine del nostro sito.
Eppure, l’articolo pubblicato oggi sul Corriere della Sera offre un notevole spunto su come il cinema, la televisione, e i videogiochi possono aver ispirato i terroristi riguardo al loro modus operandi.
Guido Olimpio, autore di “Se la jihad emula le tecniche dei videogiochi”, sottolinea infatti che “sembra di vivere una scena del videogioco GTA (Grand Theft Auto) dove il protagonista spara, ammazza, distrugge ed ha una grande mobilità.”. Oltre a ciò, Olimpio si sofferma su come “i simpatizzanti jihadisti abbiano creato proprio una versione di GTA per attirare aspiranti reclute” e che l’equipaggiamento utilizzato sia degno di un kolossal d’azione: “portacaricatori per avere un grande volume di fuoco, il passamontagna, i fucili d’assalto, i vestiti scuri.”
Una cosa importante da ricordare di questo articolo è che non demonizza GTA: non sostiene l’idea che il gioco abbia indotto i terroristi a comportarsi come dei novelli Trevor, ma si sofferma su come certi modelli possono averli ispirati riguardo la modalità dell’attacco.
“Non si accontentano di essere gli autori di un massacro, vogliono forse specchiarsi in quello che hanno visto in tv, sul web e nei video di propaganda. Quasi che il sangue versato non fosse sufficiente a trasformarli in personaggi dell’eversione.”
Link all’articolo:“Se la jihad emula le tecniche dei videogiochi”