Abbiamo visto giochi dalla forte carica emotiva come The Last of Us o Gears of War. Abbiamo visto giochi che puntano ad offrire un’esperienza verosimile e dallo stampo hollywoodiano come Grand Theft Auto o Battlefield. Ci siamo immersi negli universi complicati di Mass Effect e The Elder Scrolls, abbiamo passato ore a scoprire nuovi retroscena sull’universo di Halo e abbiamo dovuto cambiare il nostro regolare approccio ai videogiochi per goderci Heavy Rain.
E ora è il turno di Sunset Overdrive, che di serio non ha nemmeno il titolo e l’unica cosa che ha di hollywoodiano è la passione per le esplosioni.
Esclusiva Xbox One attesa da moltissimi videogiocatori e uno dei pochi titoli sviluppati interamente per la nuova console di casa Microsoft, Sunset Overdrive arriva in un mercato ormai saturo di titoli seri e impegnativi, proponendo un genere quasi scomparso dagli scaffali ma del quale si sentiva assolutamente il bisogno: il genere dei giochi che sono semplicemente giochi e non hanno la pretesa di essere produzioni hollywoodiane, che si lasciano giocare senza tante complicazioni e senza dover passare ore a studiarsi la storia per poterci capire qualcosa; insomma titoli dalle meccaniche semplici ed immediate ma allo stesso tempo divertenti e frenetiche.
Sunset Overdrive riesce bene ad emergere nel panorama videoludico odierno, nonostante non disponga di una trama accattivante e soffra di qualche problema legato alla ripetitività.
TRAMA
Sunset Overdrive è ambientato a Sunset City, ridente e coloratissima città di fantasia che a causa di un errore commesso dalla multinazionale Fizzco si è trasformata in un delirio urbano a tema zombie: l’energy drink prodotto dall’azienda ha trasformato gran parte della popolazione in bizzarri mostri, chiamati OD. Sarà quindi compito nostro riportare l’ordine in città, facendo più casino possibile.
Le missioni della storia principale introducono bene il player alle meccaniche di gioco, che all’inizio possono apparire difficili da comprendere e da padroneggiare, ma al di là di questo non riescono purtroppo a rendere onore all’ottimo incipit iniziale. Ci troveremo infatti ad affrontare una missione dopo l’altra, senza mai avere la sensazione di fare qualcosa di veramente innovativo e diverso rispetto alle missioni già fatte in precedenza. La trama inizia bene ma non decolla mai, e il senso di noia e ripetitività giunge subito dopo le prime ore di gioco.
Sunset Overdrive scorre veloce e frenetico, con decine di nemici a schermo che vi inseguono senza pietà, e chiede di essere giocato ai 100 all’ora: il titolo premia le acrobazie e il grind, facendo della scelta di fermarsi e ragionare un attimo una pessima scelta. Questo è sia un pregio che un difetto del titolo, perchè se da un lato non ci permette di soffermarci a comprendere appieno tutte le varie sfaccettature che il gioco propone (che non sono di certo entusiasmanti), dall’altro ci permette di sorvolare alla grande sulla noiosità della trama e la ripetitività del sistema di quest principali.
GAMEPLAY
Sunset Overdrive è uno sparatutto in terza persona open world e riesce a mescolare in modo abbastanza omogeneo le meccaniche di shooting e quelle legate all’esplorazione e alle acrobazie. Il gioco ci chiederà continuamente di effettuare salti gigantesci e acrobazie vertiginose e ci verrà chiesto inoltre di “grindare”, ovvero di scivolare su cavi e ringhiere per poter accrescere un indicatore che potenzierà le nostre armi. Questo risulta essere l’unico modo in cui giocare il titolo, perchè rinunciando a queste evoluzioni si verrà immediatamente sopraffatti dall’orda di nemici contro cui stiamo combattendo.
Gli OD possono essere eliminati principalmente in due modi: abbiamo a nostra disposizione un attacco corpo a corpo e una decina di bocche da fuoco con cui sparare. Se l’attacco corpo a corpo risulta poco efficace (soprattutto in presenza di orde di OD) le armi risultano l’unica opzione per poter avanzare nel gioco.
Un plauso va sicuramente fatto alle armi: oltre ad essere molto belle da usare sono assolutamente uniche e sopra le righe. L’arsenale a nostra disposizione purtroppo non è molto ampio ma spazia da fucili che sparano orsetti esplosivi a lancia-dischi in vinile e lanciafiamme, passando poi per armi classiche tipo revolver o fucile d’assalto; tutte le armi risultano facili ed intuitive da utilizzare, e danno un senso di soddisfazione assoluto. Se il feeling con le armi risulta basso alle prime battute di gioco, una volta padroneggiate le meccaniche di acrobazie e grind (e non ci metterete poco a padroneggiarle) il tutto diventa molto più semplice e soddisfacente.
Uccidere i nemici mentre facciamo acrobazie o grindiamo aumenterà un indicatore a forma di fulmine posizionato in alto a destra, che una volta riempito ci permetterà di potenziare le nostre armi aggiungendo vari effetti elementali ai nostri colpi. Le armi avanzeranno di livello più verranno usate, e dal livello 2 in poi si possono ottenere i potenziamenti attivabili tramite il riempimento dell’indicatore.
Ci è sembrato però che tali potenziamenti siano poco incisivi e sopratutto poco differenziati tra loro; si limitano ad essere un add-on quasi insignificante, quando invece a nostro avviso dovrebbero per lo meno aggiungere qualche cosa in più al gameplay. Anche una volta sbloccati non sentiremo il bisogno di utilizzarli, e mentre li useremo a volte non ci accorgeremo nemmeno della loro efficacia.
C’è inoltre un sistema di lock della mira, che vi aiuta – e non poco – a bloccare la mira su un bersaglio mentre saltate e grindate. Il sistema interviene spesso ma non sempre, lasciando al giocatore il giusto mix tra mira automatica e mira manuale che dona moltissima soddisfazione ad ogni colpo andato a segno; scelta azzeccata a nostro parere, visto che Il numero dei nemici a schermo è spesso molto alto, e si arriva addirittura a combatterne un centinaio per volta. Fortunatamente il motore di gioco non risente di questo peso, non abbiamo notato infatti alcun rallentamento o calo di fps.
La mappa di gioco risulta ben disegnata e si fa esplorare bene, grazie anche all’ottima verticalità che permette di spostarsi tra un edificio e l’altro in maniera naturale ma allo stesso tempo acrobatica.
L’intelligenza artificiale sembra attestarsi su livelli sufficienti: vi saranno nemici che vi caricheranno frontalmente come anche nemici che cercheranno di aggirarvi e schiveranno i vostri colpi d’arma da fuoco, cercando di colpirvi di lato o alle spalle.
Dobbiamo segnalare purtroppo qualche bug, come ad esempio il personaggio che occasionalmente si incastra all’interno di alcuni elementi di gioco e qualche npc che di tanto in tanto si blocca, impedendovi di proseguire la vostra missione. Nulla di disastroso comunque, ed in ogni caso i bug non sono molto frequenti.
COMPARTO TECNICO
Quello che stupisce in modo assolutamente positivo di Sunset Overdrive è il comparto tecnico: il motore di gioco mostra perennemente i suoi muscoli facendo girare il gioco egregiamente in ogni situazione, anche le più concitate. La draw distance è molto buona e regala scorci paesaggistici degni di nota: complice anche un level design molto curato e molto azzeccato, che combinato con una palette di colori sgargiante rende Sunset City una meraviglia per gli occhi. Vi troverete spesso a fermarvi sulla cima di un grattacielo per ammirare il panorama che si staglia davanti a voi, una città che nonostante sia popolata solo da mostri mutanti che cercano di uccidervi regala lo stesso un’esperienza divertente e coloratissima, bella sia da vedere che da esplorare.
I modelli poligonali sono convincenti, sia per quanto riguarda i personaggi principali che per gli npc e i nemici. I volti sono disegnati molto bene e le espressioni facciali si integrano bene con la vena umoristica e chiassosa del titolo: anche se troviamo qualche personaggio stereotipato, la maggior parte di essi avrà una personalità ben distinta.
Nonostante il titolo giri ad una risoluzione di “soli” 900p vi assicuriamo che il colpo d’occhio è notevole, e non si sente assolutamente il bisogno di una risoluzione maggiore per poter godere anche solo graficamente di Sunset Overdrive. Il lavoro svolto da Insomniac Games sotto questo punto di vista è di prim’ordine, con texture sempre ben definite e mai caricate in ritardo, un framerate sempre stabile ed una direzione artistica che valorizza appieno l’impalcatura umoristica e nonsense del gioco.
COMPARTO SONORO
Il comparto sonoro di Sunset Overdrive svolge il suo lavoro in modo soddisfacente, aumentando il coinvolgimento del player all’interno del mondo di gioco: ogni arma, ogni nemico e ogni nostra azione avrà un suono particolare e ben distinto, che dopo qualche minuto di gioco riconosceremo senza problemi.
Il sonoro delle esplosioni e degli effetti speciali è molto buono e rifinisce l’effetto “spettacolarità” che il combattimento contro gli OD sa regalare in molte circostanze, grazie anche alle molte armi fuori di testa che il titolo mette a disposizione.
VENA UMORISTICA
Ciò che colpisce e cattura ancora più del comparto tecnico è la marcata ironia che accompagna il titolo durante tutto il suo svolgimento. I dialoghi sono pieni di battute e prese in giro che non risultano mai forzate o pesanti da digerire, ma anzi accompagnano il giocatore in modo divertente durante tutto l’arco della campagna principale.
Non correrete mai il rischio di sorbirvi missioni difficili da comprendere o troppo cariche dal punto di vista emotivo e narrativo, tutto in Sunset Overdrive è disegnato apposta per farvi divertire senza troppe complicazioni, senza dover star lì a pensare quale sia la scelta giusta da fare. Il gioco vi propone delle missioni lineari da portare a termine uccidendo tutto ciò che si muove ed è rosa; non vi saranno infatti scelte da compiere che andranno a modificare la storia, dovrete solo andare avanti facendo ciò che il gioco vi dice di fare eliminando più zombie possibili.
Da questo deriva purtroppo una certa ripetitività delle missioni, che già dopo qualche ora di gioco si fa sentire a tal punto da avere la sensazione di aver fatto la stessa identica missione per ore, rendendo necessaria una pausa. il gioco scorre liscio senza alcun intoppo, ma non si lascia di certo divorare voracemente fino ai titoli di coda.
MULTIPLAYER
La componente multiplayer di Sunset Overdrive è forse l’aspetto meno riuscito del titolo. Prima di tutto vi segnaliamo la totale mancanza di un multiplayer competitivo: il gioco dispone solo di una modalità cooperativa, accessibile mediante alcune apposite aree sparse per il mondo di gioco. L’implementazione di questo sistema fa purtroppo in modo che il matchmaking sia spaventosamente lento, perchè potrete giocare ad una determinata missione solo nel momento in cui un altro giocatore si trovi sulla stessa vostra porzione di mappa e cerchi di fare la vostra stessa missione.
Al lancio sono disponibili 4 “mappe”, che altro non sono che porzioni di mappa tratte dalla campagna principale nelle quali ci verrà chiesto di eliminare un certo numero di nemici entro un lasso di tempo o ad esempio usando solo il corpo a corpo. Inutile dire che, visto che le missioni sono essenzialmente quelle della campagna adattate per un numero maggiore di giocatori, il fattore ripetitività si ripresenti a gran voce. Abbiamo notato inoltre che i giocatori vengono mescolati tra di loro senza tener conto del livello raggiunto, rendendo spesso le partite non omogenee.
Al di là di questo, scorrazzare per la mappa con altri giocatori risulta divertente, e il gioco non presenta lag o rallentamenti di nessun tipo. Dal punto di vista del level design viene riconfermata la bontà delle mappe, che si adattano bene anche alle missioni in cooperativa mentre tecnicamente viene riproposta la medesima qualità vista nel single player.
IN SINTESI
Sunset Overdrive è un titolo di cui sinceramente si sentiva il bisogno. È un titolo vecchio stampo, che al di là del maestoso comparto tecnico si lascia giocare senza impegnarvi troppo, facendo del gameplay frenetico e del marcato umorismo i veri motivi per farsi apprezzare. Peccato l’impianto narrativo sia alquanto sotto tono, restituendo una campagna principale a tratti noiosa e ripetitiva.