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Tales Of Xillia 2 – Recensione

Tales Of Xillia 2 – Recensione

I vari Tales Of in occidente hanno sempre avuto una vita, videoludicamente parlando, molto particolare.

La serie (che conta attualmente 14 capitoli, nata su Super Famicon con il bellissimo Tales of Phantasia nel 1995) nel tempo è riuscita a ritagliarsi una fetta sempre più ampia di fan, tanto da arrivare con questo ultimo episodio ad annullare il gap temporale tra le uscite nipponiche e quelle occidentali. Se è infatti vero che questo Tales Of Xillia 2, seguito diretto del gioco uscito nel 2011 in Giappone e nel 2013 qui in America e in Europa, arriva da noi con un solo anno di ritardo, il prossimo capitolo, il già annunciato Tales of Zestiria uscirà in contemporanea mondiale.

Forte dell’entusiastica accoglienza avuta in patria (35/40 su Famitsu) Xillia 2 si porta dietro un carico di aspettative e timori non indifferente. È, come detto in precedenza, il seguito diretto di uno dei più bei jrpg mai apparsi sui nostri schermi e già questo basterebbe ad alzare l’asticella delle aspettative. Ma d’altra parte la Bandai ha partorito un seguito non proprio esaltante nel suo precedente tentativo, ovvero Tales Of Symphonia: Dawn Of The New World per Wii, seguito del meraviglioso capitolo apparso su Gamecube nel lontano 2004.

[quote style=’1′ cite=” title=”]Accenniamo la trama[/quote]

Senza dilungarsi troppo sulla trama, fulcro di ogni esperienza con questa tipologia di giochi, e quindi senza voler rovinare la sorpresa a chi non conosce i titoli in questione (ma a cui consiglio caldamente di provvedere il prima possibile) basti sapere che questo Tales of Xillia 2 (d’ora in poi ToX2) comincia esattamente un anno dopo la conclusione del primo capitolo.

La trama si presenta come un vero e proprio “secondo tempo cinematografico”, restando coerente con quanto raccontato nel primo gioco, la cui la coppia di protagonisti é rappresentata da Ludger Will Kresnike la piccola Elle Mel Marta. Fin dalle prime ore di gioco appare chiaro che la trama di questo seguito si attesta su toni deciamente più adulti e maturi, svelando alcuni punti oscuri della trama del precedente capitolo, e un ulteriore senso di “continuity” viene concretizzato con l’ampliamento del roster dei personaggi, comprendenti quelli già presenti in Tales Of Xillia.

 

La prima, vera, grossa novità di questo capitolo risiede nel comparto narrativo: per la prima volta nella serie, infatti, le scelte del giocatore influenzeranno il corso della trama. Ludger, principalmente durante le famose Skit (dialoghi opzionali che si attivano tramite la pressione del tasto select in precisi momenti del gameplay) non solo condizioneranno il rapporto tra i vari membri del party, attivando anche varie side quest opzionali, ma condurranno lo sviluppo della trama principale fino a ben 4 finali differenti.

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[quote style=’1′ cite=” title=”]Un gameplay che fa della strategia il suo più grande punto di forza[/quote]

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Uno dei molti momenti in cui saremo chiamati a compiere una scelta, che influenzerà in maniera sensibile lo svolgimento della trama

Dal punto di vista del gameplay, ToX2 riesce a migliorare quello che finora è stato il miglior sistema di combattimento mai apparso in un Jrpg, titolo che spettava di diritto al suo predecessore.

 

Il Cross Dual Raid Linear Motion Battle System viene riproposto anche in questo capitolo, dove il giocatore è libero di muoversi a piacere con uno dei quattro dei personaggi presenti nel gruppo in un campo di battaglia, e può attaccare i nemici utilizzando gli attacchi standard (normali o in versione alternativa), che consumano assault points (il corrispettivo dei turni nella serie Tales of), per poi ricorrere alle potenti Arts (le famosissime e coreografiche tecniche speciali che ogni personaggio possiede) grazie ai tech points, accumulati grazie agli attacchi ordinari.

 

Anche in questo capitolo viene utilizzato il Sistema di Vincolo, che consente di “collegare” attraverso una semplice e non invasiva “catena” a video, due personaggi vicini, permettendo agli stessi di condividere alcune abilità. Oltre a questo, il Vincolo permette anche di coordinarli durante la battaglia (utilizzando le frecce direzionali del D-pad) e di poter scatenare attacchi devastanti e altamente spettacolari. Ma a rendere il Vincolo un’arma estremamente potente sono però le Arti Vincolate, ovvero potenti attacchi combinati che vengono eseguiti grazie al coordinamento dei due personaggi vincolati.

 

A dispetto del capitolo precedente, tuttavia, ogni arte è potenzialmente in grado di sbloccare un attacco coordinato, ma solo specifiche abilità permettono di realizzare gli attacchi più potenti, e solo quest’ultimi possono essere concatenati tra di loro durante l’Overburst (che rappresenta la “tecnica finale” di ogni personaggio, altro punto fermo di tutta la serie).

 

Altro cambiamento degno di nota è rappresentato dalla possibilità di cambiare arma durante il combattimento. Ogni personaggio infatti è specializzato in varie tipologie di armi e in questo capitolo il tutto non si limita ad un puro valore estetico (e coreografico per quanto riguarda le arts), ma assume un valore prettamente strategico, in quanto ogni nemico che incontreremo (è bene ricordare che anche in questo capitolo non sono presenti scontri casuali, ma i vari mobs sono ben visibili nel mondo di gioco) è vulnerabile ad un tipo di attacco e contemporaneamente estremamente resistente a tutti gli altri. Questo si traduce in un approccio più tattico anche nel combattimento apparentemente più semplice, tenendo alto l’interesse del giocatore, costringendolo a conoscere i suoi avversari per poter massimizzare il risultato.

Ne consegue che, cambiando le armi durante la battaglia e cambiando così le Arts legate all’arma, si modificano anche i requisiti per il Vincolo e le Arts ad essere legate. Aggiungiamo poi, per completare il nutrito comparto novità nel combat system, la modalità Chromatus, nella quale Ludger potrà entrare dopo aver caricato completamente un’apposita gauge bar a suon di attacchi che trasformerà il nostro eroe in una creatura a metà strada tra il demone e l’umanoide garantendogli, oltre ad una momentanea invulnerabilità, attacchi fisici e magici straordinari per una quantità di tempo limitata (e decrescente in caso di danneggiamento).

[quote style=’1′ cite=” title=”]Personaggi con Abilità nascoste[/quote]

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Durante il Vincolo avremo la possibilità di scatenare un “potenziale bellico” devastante

Si arriva allo sviluppo dei personaggi di Tales of Xillia 2 che, abbandonata la “ragnatela” vista nel precedente episodio (molto similie alla ben nota sferografia in Final Fantasy X), accoglie un sistema molto più pratico in cui, mentre la crescita dei parametri fisici del proprio personaggio rimane legata all’acquisizione dei classici punti esperienza, l’ottenimento di Arti e Abilità passa ora per la raccolta di Minerali Elementali (disponibili nelle aree di gioco sotto forma di sfere di luce e ottenibili al termine dei combattimenti): questi verranno automaticamente accumulati all’interno dei propri personaggi che, per sfruttarne i poteri e risvegliare le proprie capacità nascoste, dovranno utilizzare un Estrattore scelto tra vari elementi naturali come Lampo ed Acqua. Una volta raggiunto il numero di minerali necessari, l’Estrattore sbloccherà quindi le rispettive Abilità passive o Art, rendendole immediatamente utilizzabili al giocatore in modo del tutto analogo al primo Xillia.

Per effettuare meglio la propria scelta, la lista delle capacità sbloccabili da ciascun Estrattore sarà visibile prima ancora che questi venga assegnato ad uno dei nostri personaggi, i quali, tuttavia, non potranno utilizzare lo stesso tipo di elemento già in uso da un altro membro del party, rendendo così necessaria una pianificazione accurata per l’utilizzo dei vari Estrattori all’interno del nostro gruppo, che possono comunque essere sottoposti a rotazione in qualsiasi momento.

[quote style=’1′ cite=” title=”]Giudizio finale[/quote]

La mole di novità introdotte in questo capitolo, aggiunte alla trama solida e molto matura rendono questo Tales Of Xillia 2 un jrpg incredibilmente maturo, che migliora l’ottimo predecessore sotto tutti i punti di vista. Unica nota dolente il comprato tecnico: per quanto in un jrpg sia un aspetto decisamente secondario rispetto a trama e combat system, è difficile non storcere in naso davanti ad un motore grafico che, seppur onesto e privo di rallentamenti, appare datato e decisamente non all’altezza. Ma dopo un po’ questo piccolo difetto viene completamente annullato dalla maestosità del titolo, piccolo capolavoro che non può mancare nella collezione di qualunque amante del genere e che coinvolgerà, ne siamo sicuri, anche i neofiti. A patto di, badate bene, aver giocato anche il primo capitolo, perché altrimenti la sensazione di vedere un film già iniziato sarà predominante, condizionandone il giudizio globale. Che rimane comunque molto alto.

Videogiocatore sin da quando ha avuto facoltà di pensiero, possiede come caratteristica fondamentale avere "metallo liquido e birra" al posto del sangue nelle vene. Soffre della "Sindrome del Chitarrista" che, oltre a costringerlo a imbarazzanti esibizioni di Air Guitar in luoghi pubblici, utilizza come scusa per i suoi frequenti errori di battitura: "Ho le dita della mano sinistra che vanno più veloce del pensiero..deformazione professionale" ama dire.